domenica 10 luglio 2011

Popolo di agronomi, analisti e muratori

Il giardino di casa Kennedy e’ tutto un cumulo di ghiaia e calcinacci. Non c’e’ la scritta “lavori in corso” ma si capisce bene che vogliono costruire qualcosa di grosso, tipo un’altra abitazione, sempre dentro il muro di cinta e il perimetro di proprieta’. Kennedy mi spiega che qui le case se le costruiscono da soli. Muratori per passione, ma soprattutto per necessita’. In Ghana, difatti, i mutui sono un privilegio per pochi eletti. Prima di allargare I cordoni della borsa, le banche chiedono garanzie che non tutti pure in Italia sono in grado di offrire. Figuriamoci da queste parti, dove l’era del posto fisso e del contratto a tempo indeterminato non e’ mai esistita. La casa fai da te si costruisce allora con calma, per lotti successivi, lasciando incompiuta l’opera anche per anni, in attesa di racimolare un budget congruo, aggiungere altri mattoni e far parlare la cazzuola.

Costretti in una nicchia i mutui-casa, il servizio bancario che va per la maggiore ad Accra e’ piuttosto il credito al consumo. La febbre delle rate. Rate per comprare gli elettrodomestici, i sanitari del bagno, le tegole del tetto, i macchinari agricoli e (soprattutto) il grande sogno dell’automobile, che continua a essere un lusso inarrivabile nelle periferie come Nungua, dove Kennedy e sua sorella Veronica mi hanno preso in carico da due giorni. Ma anche in questo settore non sono le banche tradizionali a fare la parte del leone. A gestire la stragrande maggioranza dei prestiti si e’ inserito un nugolo di agenzie finanziarie, piu’ aggressive, flessibili e disposte a scommettere. Kennedy mi porta a casa del suo amico Fred, che lavora proprio in una di queste agenzie. “Noi facciamo prestiti con dipendenti del settore pubblico, dagli infermieri agli insegnanti ai poliziotti – mi spiega Fred – nel privato invece licenziano con molta facilita’, meglio non rischiare”. I tassi di interesse sono ovviamente piu’ alti di quelli praticati dalle banche. Fred spiega che si aggirano in media sul 20%, roba da usura per noi, ma probabilmente non la stessa cosa per gli standard ghanesi. “I prestiti sono ripagati e il business funziona perche’ noi ci mettiamo d’accordo con gli enti statali datori di lavoro, e preleviamo la rata del prestito direttamente alla fonte. Cosi’ i clienti non possono prendere scappatoie”.

E le condizioni di lavoro in agenzia come sono? Fred allarga le braccia: “La sensazione e’ che ti possano licenziare in qualsiasi momento. La difficolta’ di trovare un altro lavoro ti rende debole. I superiori ci trattano male, ci ricattano. Continuare a lavorare in agenzia non fa per me. Il mio sogno e’ un altro”. E Fred, il suo sogno, non lo perde di vista. Cosi’ la mattina si guadagna da vivere scarpinando da una parte all’altra di Accra per firmare contratti e autorizzare prestiti, ma la sera continua a studiare (da privatista) per un master post-universitario in economia. “Mi piacerebbe fare l’analista finanziario, la Borsa di Accra e’ in espansione, le possibilita’ ci sono”. E nemmeno Kennedy, di qualche anno piu’ giovane, ha mai perso la voglia di studiare. Dopo la laurea in agraria si sta sbattendo per ottenere un visto di studio dal governo belga. Obiettivo: tre anni di specializzazione a Bruxelles in tecniche di bonifica ambientale. “Alla fine del master, pero’, voglio tornare a casa, perche’ in Ghana c’e’ tanto sviluppo ma ancora poca coscienza ecologica”. Che il Ghana sia un paese in movimento si capisce dai progetti di questi ragazzi: idee chiare, testa sulle spalle, voglia di sacrificarsi, pensiero positivo. Il futuro soffia dalla loro parte.     


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