mercoledì 25 luglio 2012

Voglio la bancarotta


Vi segnalo una interessantissima intervista a Serge Latouche, economista famoso per la sua teoria della decrescita serena. Rispondendo alle domande della testata italiana online Lettera 43, Latouche provoca i lettori indicando come primo passo di uscita dalla crisi del debito la dichiarazione di bancarotta. E a seguire, l'uscita dall'euro, l'avvento di un protezionismo ben calibrato, il ritorno all'erogazione della moneta sotto il controllo pubblico, la riconversione dell'economia su basi fortemente agricole e più legate al territorio, e tanto altro ancora.

sabato 14 luglio 2012

Vita da sfrattati


In Toscana ogni giorno 8 famiglie vengono buttate fuori di casa. Quasi 3mila i provvedimenti di esecuzione immobiliare fatti registrare nel 2011 nella nostra regione: +11% rispetto all'anno precedente. Un dato che purtroppo rispecchia i numeri su scala nazionale, dove si contano 56mila sentenze di sfratto: +64% rispetto all'anno 2006. Altri dati, altre pugnalate al cuore, altri spunti amari di rilessione: secondo la Caritas di Pisa fra il 2000 e il 2009 i senza tetto in città sono raddoppiati (da 120 a 250 persone); secondo la Commissione Europea 1 famiglia su 4 dei paesi dell'Unione non riesce più a pagare il mutuo casa con regolarità.

giovedì 12 luglio 2012

La buona scuola che spaventa il sindacato



Si chiamano Charter schools, che tradotto in italiano significa "scuole a progetto". Sono una delle vittorie più importanti del presidente Obama, che su di esse ha puntato forte durante i 4 anni della sua amministrazione. Parliamo di scuole pubbliche innovative, autogestite completamente dagli insegnanti, e rifinanziate dopo cinque anni dal governo americano solo se gli obiettivi di rendimento sottoscritti nel "charter" sono stati raggiunti. La riuscita di questo nuovo tipo di scuola è attestata dalle sempre crescenti liste di attesa nonché dai risultati delle ricerche accademiche, che evidenziano come a ottenere i risultati didattici più lusinghieri (nel confronto con le scuole pubbliche tradizionali) siano le charter schools delle periferie più povere delle grandi città.

martedì 10 luglio 2012

Siamo tutti minatori



C'è un gruppo di mille minatori che da due settimane sta solcando a piedi le strade della Spagna. Hanno camminato per 400 chilometri, partendo dai loro villaggi nelle Asturie. E stasera arriveranno a Madrid. Si accamperanno nella centralissima Plaza del Sol, e domani muoveranno verso i palazzi del governo, per protestare contro la decisione del primo ministro Rajoy di tagliare del 65% la spesa pubblica per il settore minerario. Un risparmio che si tradurrebbe, secondo i sindacati, nel licenziamento di 14mila lavoratori.

domenica 8 luglio 2012

Cortina fumogena



Sulla presunta portata storica del Consiglio europeo di 10 giorni fa si sono sprecati fiumi di inchiostro. "La grande vittoria di Monti e dell'Italia" è stato il refrain più utilizzato dai nostri media, anche sull'onda dei contemporanei euro-entusiasmi in campo calcistico. In realtà l'impressione è che dal famoso vertice notturno fra i capi di governo della zona euro siano scaturiti nient'altro che proclami. Solo nelle successive riunioni tecniche fra ministri, a partire da domani a Bruxelles, si comincerà a ragionare in termini più concreti e dettagliati. Per ora di certo c'è che lo spread si mantiene al di sopra dei livelli di guardia (469 punti base), mentre il governo ha inferto all'articolo 3 della nostra Costituzione (quello dell'uguaglianza sostanziale fra i cittadini) l'ennesima bastonata: come definire altrimenti il taglio di 5 miliardi al fondo sanitario nazionale?

sabato 7 luglio 2012

Delirio di onnipotenza



La più importante banca inglese, Barclays, è finita nell'occhio del ciclone. Gli stessi vertici dell'istituto di credito hanno ammesso di aver diffuso dati falsi al fine di pilotare l'andamento del tasso di interesse Libor (l'indicatore base per fissare il costo dei prestiti made in Britain ad imprese e famiglie). Il presidente e l'amministratore delegato della banca si sono dimessi, Barclays dovrà pagare una multa di 452 milioni di dollari, ma l'impressione è che lo scandalo sia appena agli inizi. E il nodo alla radice di tutti i mali è sempre lo stesso: la febbre del gioco d'azzardo (derivati) che ha travolto il sistema bancario mondiale rendendolo sempre più distante rispetto alla sua funzione sociale originaria, ovvero quella di dare gambe ai progetti di imprese e famiglie.