mercoledì 20 luglio 2011

La scuola dei sogni

Se a Beyin il clan di Padre Raphael mi ha accolto come un re e' tutto merito di Peccioli, paese il cui gruppo scout mi ha adottato a partire dal lontano 2004. E' con la gente di Peccioli che il 40enne prete di Beyin ha fatto amicizia in uno dei suoi periodi di studio in Italia. E' grazie a Peccioli che Raphael ha creato un ponte di cooperazione e condivisione fra l'Italia e il suo villaggio. Per piu' di una volta Raphael ha accolto dalle sue parti comitive di avventurieri pecciolesi, trasformando la sua casa fra le palme in un villaggio vacanze in riva all'Oceano. Durante tutti questi anni Raphael e la sua banda di parenti ci hanno viziato, coccolato e rimpinzato. Ma allo stesso tempo ci hanno aperto gli occhi sulla spontaneita' e sulla fraternita' della vita qui, dove i bambini di 3 anni girano da soli e senza pericoli per le vie del villaggio; e dove la gente sembra ancora immune al virus dell'individualismo e della diffidenza reciproca che tanti danni sta facendo fra noi cittadini del primo mondo. I viaggi a Beyin ci hanno raccontato le speranze, le risorse e le necessita' di questo angolo di Africa, che Raphael cerca con tanto ardore di sospingere fuori dalle sabbie mobili dell'emarginazione. Raphael ci ha fatto innamorare dei suoi nipotini e dei suoi progetti. Ci ha convinto a darci da fare, a trasformarci in altoparlanti in carne e ossa: per far rimbalzare in Toscana le sue proposte di intervento sociale e per convogliare verso Beyin gli slanci solidali della nostra gente.   
L'ultima scommessa in cui Raphael ci ha coinvolto si chiama scuola: un progetto a cui la sua famiglia sta lavorando da un paio d'anni, indebitandosi pesantemente con le banche pur di far partire i lavori. L'anno scorso ce la fecero vedere in costruzione. Ma stavolta a me e' toccato l'onore di visitarla per la prima volta in pieno orario scolastico. Le lezioni infatti qui in Ghana finiscono con un mese e piu' di ritardo rispetto a noi. Luglio e' il mese cruciale delle ultime verifiche, a cui si stanno sottoponendo anche i piu' di 200 allievi della nuova scuola di Beyin. Dall'inizio dell'anno scolastico sono in funzione la scuola materna e le prime quattro classi della primaria. Ma mentre i bambini imparano, i lavori architettonici di messa a punto proseguono: dai prossimi anni saranno pronte anche la quinta e la sesta elementare (in Ghana e' previsto un anno di piu' che in Italia). E a seguire l'innalzamento del primo piano, dove troveranno posto le tre classi della Junior High School (scuola media).
Stamattina quando mi sono visto piombare in salone i tre nipotini di Raphael, elegantissimi nella loro uniforme a quadretti bianchi e blu, ero quasi piu' emozionato io di loro. Abbiamo fatto colazione con un occhio ansioso all'orologio, e poi ci siamo incamminati insieme sulla strada rossa, facendo slalom fra le pozzanghere per non sporcare le scarpe da ginnastica ex pecciolesi di Darrods, William e Presla. Sul piazzale sabbioso della scuola - collocata non a caso vicino alla chiesa, praticamente sulla spiaggia, nel cuore del villaggio - ecco materializzarsi davanti a me uno sciame di altri folletti bianchi e blu. Un clima di festa pazzesco, che ha raggiunto l'apice al momento dell'entrata in scena della mia macchina fotografica. Decine di bimbi a corrermi davanti, una lotta senza quartiere a caccia del flash in primo piano. E poi tutti intorno, ammaliati, a sbirciare l'immagine piccolina dentro il monitor. Tutti a urlarmi "Befle'! Befle'!" (uomo bianco, in dialetto nzema), tutti a volermi stringere la mano, tutti impazziti... Confesso che per qualche attimo ho pensato alla fuga. Poi gli insegnanti hanno chiamato tutti a raccolta per la preghiera e l'inizio delle attivita', e per fortuna sul mio bagno di folla sono scesi i titoli di coda. 
Durante tutte le cinque ore di lezione non mi sono seduto un attimo, facendo capolino da un'aula all'altra, per non perdermi lo spettacolo. Ho visto all'opera i maestri, ben 12 (4 donne ed 8 uomini), quasi tutti molto giovani e pieni di entusiasmo. Usano l'inglese come lingua veicolare al posto del dialetto, che alcuni insegnanti nemmeno conoscono essendo arrivati da fuori regione. Spiegano inglese, matematica, scienze, francese, storia e geografia, educazione civica e ambientale, informatica, artistica, religione. Sono coordinati dal fratello minore di padre Raphael, Emmanuel, che ha in mano la gestione operativa dell'istituto e che in questi giorni ha anche in carico la mia ospitalita' essendo Raphael assente dal Ghana per uno dei suoi tanti viaggi di pubbliche relazioni.  Rispetto alle nostre scuole la differenza piu' marcata e' l'assenza dei bidelli, le cui mansioni sono ripartite fra il resto della popolazione scolastica. Compresi i bambini, che ho visto prima delle lezioni organizzarsi di propria iniziativa e armarsi di scope e racchette, per spolverare e rimettere in ordine le aule e il corridoio. Le loro aule. Il loro corridoio. Un'immagine che non dimentichero' mai.
Il direttore Emmanuel mi ha portato in giro per spiegarmi l'avanzamento dei lavori. I bagni non sono ancora pronti; per ora ci si appoggia su una casa vicina. La sala insegnanti va ancora arredata. I bambini della materna aspettano l'allestimento di un parco giochi coperto a fianco della scuola. E poi l'aula magna, che dovrebbe essere presto dotata di una biblioteca e di un'aula multimediale, con computer, internet, libri e maxischermo a disposizione non solo della scuola, ma di tutta la collettivita'. "A Beyin una scuola elementare e una media pubblica c'erano gia', ma il nostro obiettivo non e' certo quello di creare una scuola per ricchi - mi tranquillizza il fratello di Raphael, che intuisce le mie diffidenze legate all'istruzione privata - i 100 euro all'anno che chiediamo alle famiglie sono alla portata di tutti, e il prossimo anno stiamo pensando di tagliare la retta del tutto, visto che arrivare ai bambini piu' poveri e' la cosa che ci interessa di piu'. Inoltre, non facciamo della diversita' di religione una discriminante. Anche i non cattolici sono benvenuti qui. Il nostro scopo e' migliorare il servizio anche della scuola pubblica, che con la nostra presenza avrà la possibilita' di creare classi meno numerose e piu' efficienti". La scuola Santa Maria (questo il nome scelto dal prete di Beyin) attrae studenti anche dai paesi vicini: per far arrivare tutti a destinazione la famiglia di Raphael ha adibito due caravan a servizio scuola bus. E all'ora di pranzo entra in funzione il servizio catering: le donne delle famiglie del villaggio accorrono intorno alla scuola per distribuire salcicce, riso, pesciolini fritti e ghiaccioli fatti in casa.
Tanti di questi bambini rappresentano la prima generazione scolarizzata all'interno delle rispettive famiglie. La battaglia per l'alfabetizzazione, la cultura e la formazione della societa' civile del domani si gioca in trincee come Beyin. "La conoscenza e' potere", sta scritto a caratteri cubitali sul muro esterno dell'istituto. Chissa' se Padre Raphael nella redazione dello slogan si sara' ispirato a don Milani. Perlomeno io ci ho pensato subito, all'eredita' di Barbiana: la scuola degli ultimi, la scuola che riscatta. Noi scout di Peccioli ci impegneremo perche' questa parentela si rinsaldi ogni giorno di piu'.

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