venerdì 28 ottobre 2011

Tutto in una notte a Bruxelles.

Una botta da 15 MLD di euro per il capitale delle nostre banche. 100 Mld per le banche europee.
Due scosse di terremoto della massima intensità per il bilancio delle nostre banche decise in una serata dai capi di governo riuniti a Bruxelles Mercoledì sera.

martedì 25 ottobre 2011

Sia benedetta la Tobin Tax


La tassa sulle transazioni finanziarie non è un'idea nuova. Il mantra del prelievo sulla circolazione di azioni e derivati andava per la maggiore in ambienti "no-global" già ai tempi del G8 di Genova. Col passare degli anni e l'esplodere della crisi finanziaria, però, la causa ha trovato sempre nuovi adepti, scalando a grande velocità i piani dei palazzi del potere. La scorsa estate si erano espressi in favore della cosiddetta Tobin Tax i governi di Francia, Germania e perfino la Commissione Europea. Ieri al carro dei riformatori si è aggiunto uno sponsor pesante: il Vaticano; che in un documento del Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace ha parlato di "effetti devastanti delle ideologie neoliberiste", lasciandosi andare a una serie di proposte mirate alla correzione delle disuguaglianze economiche crescenti a livello globale. Alcune delle ricette dei porporati sono da classificare nell'ambito delle belle utopie (come la creazione di un governo democratico mondiale del pianeta Terra), altre invece suonano molto più operative e politicamente schierate, come appunto la Tobin Tax.

venerdì 21 ottobre 2011

Benvenuto job sharing


Il nuovo contratto integrativo degli 8mila dipendenti Luxottica (azienda veneta leader nella fabbricazione di occhiali) prevede un diritto finora inedito a livello nazionale. Ovvero la possibilità per un dipendente di farsi sostituire da un familiare per un determinato periodo di tempo. La casistica individuata nel contratto delinea differenti tipologie di subentranti: il coniuge, magari per provare a riqualificarsi durante un periodo di cassa integrazione; ma anche un figlio in età scolare, che voglia mettersi alla prova nel mondo del lavoro fra un esame e un altro. Cosa ne pensate?

Per saperne di più: http://www.repubblica.it/economia/2011/10/18/news/welfare_fatto_in_casa-23405464/index.html?ref=search

Nordafrica, prove tecniche di democrazia


Gheddafi è morto, com'è morto Saddam Hussein. La Libia è un paese ricchissimo di petrolio, così come lo è l'Iraq: guarda caso in entrambi i paesi la sollecitudine dell'intervento Nato è stata notevole, a dispetto di altre rivolte pro-democrazia (come oggi in Siria e Yemen) abbandonate miseramente al proprio destino. La Libia è un paese attraversato da profonde fratture tribali: i suoi confini sono stati disegnati col righello dalle ex potenze coloniali europee; il sentimento di unità nazionale, una volta caduto il comune denominatore dell'avversità al tiranno, è ancora tutto da costruire; stessa identica situazione vissuta, guarda caso, a Bagdad e dintorni dal 2003 in poi. Il parallelo fra Iraq e Libia, insomma, è facile da tracciare. Una serie di affinità sinistre che certo non aiutano a pensare con ottimismo il futuro del popolo libico. La speranza è che gli errori commessi in Iraq dalle nostre lobby militari e petrolifere servano come lezione ai paesi occidentali e alle loro società civili, per evitare una fotocopia della guerra civile permanente lasciata in eredità dalla nostra scellerata campagna mediorientale.

giovedì 20 ottobre 2011

Indignados? Dal conflitto alla partecipazione


Sabato 15 ottobre a Roma assistevamo sconsolati al tramutarsi di una manifestazione densa di contenuti e di istanze in un pomeriggio di assurda violenza.  E scene dello stesso tenore si sono viste questa estate per le vie di Londra e si notano sempre più di frequente a diverse latitudini.
Si dirà che

giovedì 13 ottobre 2011

Nazionalizzare le banche: in Islanda si può



E' passata alla storia come la rivoluzione delle pentole. Perché proprio di mestoli e coperchi erano "armati" i manifestanti di Rejkyavik nei giorni più coincitati dell'inverno 2008-2009. Vi ricordate della crisi in Islanda? Giornali e tv italiane le dedicarono qualche articoletto in terza pagina, giusto nelle prime settimane di deflagrazione. In seguito al panico internazionale causato dal fallimento della banca americana Lehmann Brothers, due dei tre maggiori istituti di credito islandesi furono travolti in pieno dall'effetto valanga. Il governo dell'isola reagì nazionalizzando il sistema bancario e stampando moneta per arginare la corsa agli sportelli da parte delle famiglie. Conseguenza inevitabile fu il crollo del valore della Corona islandese, che perse nel breve periodo circa l'80% nei confronti dell'euro. Come se non bastasse, la situazione fu resa ancor più grave dalle richieste assillanti di Olanda e Gran Bretagna, dove i clienti delle filiali delle banche islandesi aperte in quei paesi pretendevano di riavere indietro i soldi depositati sui conti correnti: una stangata da 2.5 miliardi di euro, che per un'isola di 300mila abitanti e in quelle condizioni era qualcosa di insostenibile.
Da qui la canonica richiesta d'aiuto al Fondo monetario internazionale, che prestò sì i soldi, ma alla simpatica condizione che il ripagamento del debito fosse scaricato interamente sulle spalle dei contribuenti. Il governo islandese non aveva battuto ciglio: anzi, in quattro e quattr'otto aveva messo a punto la finanziaria lacrime e sangue che il Fondo monetario esigeva come garanzia. In pratica, si chiedeva a ogni islandese un pagamento medio di 100 euro al mese per 15 anni.

Banche: per Credit Suisse 3 su 4 in Europa a rischio aumento di capitale


MILANO (Finanza.com)

Una revisione più stringente degli stress test condotti a luglio dalla European Banking Authority (Eba) imporrebbe il reperimento di nuove risorse per 66 delle 89 banche sottoposte all’esame.

martedì 11 ottobre 2011

La guerra di Piero


Piero Follesa è un reduce di Nassiriya. La sua guerra continua anche ora che è tornato a casa sua, a Finale Ligure. Piero combatte contro gli incubi annidati nel suo profondo. Combatte contro uno stato di ansia e di nervosismo continuo, accumulato nel periodo vissuto sotto assedio in Afghanistan, e ora troppo difficile da mettersi alle spalle. Piero combatte anche contro la depressione, l'insoddisfazione di un marito e di un padre che non riesce a dedicarsi alla famiglia come vorrebbe. Piero prigioniero di raptus assurdi, Piero che si ritrova a battere la testa contro il muro, di notte, in camera sua. Piero nel panico una volta realizzato di aver messo pesantemente le mani addosso a suo figlio, senza motivo, almeno apparentemente. In realtà il motivo esiste, gli è stato diagnosticato, e si chiama "Post traumatic stress disorder".

mercoledì 5 ottobre 2011

Previdenza: l'erba del vicino è più verde della nostra?

            Considerato il contesto particolarmente travagliato che sta vivendo il sistema previdenziale, dove spesso si fanno raffronti più o meno attendibili con i partners europei, riteniamo utile un approfondimento per verificare come stanno veramente le cose negli altri paesi.
Le fonti prese in considerazione sono quelle “ufficiali” di Francia, Germania, Italia e Spagna.  La prima parte, inizia con l’analisi del sistema Francese, per poi proseguire con gli altri paesi sopra evidenziati
 Il regime francese di protezione sociale

lunedì 3 ottobre 2011

Banchieri o golpisti?


Mi ha fatto male leggere la lettera segreta della Banca centrale europea al governo italiano. E' anche vero però che non tutti gli schiaffi vengono per nuocere. Dopotutto lo scoop del Corriere della Sera di giovedì scorso ha avuto il merito di renderci consapevoli della realtà. Una realtà durissima, che vede il popolo italiano espropriato delle sue prerogative sovrane: il governo e il parlamento ostaggi