giovedì 31 gennaio 2013

Dopo gli scandali servono le riforme


A Siena continua il terremoto Monte dei Paschi: il titolo va sempre più giù, mentre si arricchiscono le indiscrezioni riguardo i derivati horror e l'acquisizione a prezzo astronomico di Antonveneta. I giornali di questi giorni raccontano lo scandalo senese che ancora aspetta la conclusione delle indagini della magistratura; nel frattempo fioriscono gli editoriali che, partendo dal caso Mps ma viaggiando più ad ampio respiro, provano a trarre delle ipotetiche lezioni per l'intero settore bancario.

lunedì 28 gennaio 2013

Spagna, vendesi ospedali


L'inferno dell'austerity varca confini sempre nuovi. Sull'altare del ripagamento del debito pubblico a tappe forzate può arrivare a essere immolato perfino il servizio sanitario nazionale. In Italia questo punto di non ritorno è stato solamente evocato dalle parole del premier Monti di un mese e mezzo fa. In Spagna invece la privatizzazione degli ospedali è già realtà.

sabato 26 gennaio 2013

In sciopero per la pipì


In Cina è cominciata la stagione delle rivendicazioni operaie. A Pechino e dintorni la parola sciopero non è più un tabù. Le forme di protesta si stanno intensificando, e i diritti da reclamare sono tantissimi, a cominciare dalla banalissima facoltà di espletare i propri bisogni fisiologici: già, perché in molte fabbriche cinesi il tempo per andare a fare pipì è assente oppure dannatamente contingentato (2 minuti ogni giornata), e per chi infrange il divieto è prevista prima una multa e poi il licenziamento. Una condizione barbara, a cui mille operai metalmeccanici di Shangai si sono ribellati ottenendo una vittoria simbolo.

martedì 22 gennaio 2013

Gli scheletri nella cassaforte


Il marasma che sta distruggendo la credibilità del Monte dei Paschi prosegue ormai al ritmo di uno scandalo alla settimana. Dopo lo scoop di Bloomberg riguardo il derivato capestro sottoscritto con la Deutsche Bank, questa volta a trovare lo scheletro nell'armadio (o meglio nella cassaforte) è il Fatto Quotidiano. Un articolo pubblicato oggi sul quotidiano diretto da Antonio Padellaro rintraccia l'esistenza di un ulteriore derivato con corrispondente voragine nei bilanci di Piazza Salimbeni: la controparte stavolta è la giapponese Nomura; un'altra banca capace di andare a nozze con l'armata brancaleone guidata dall'allora ad Giuseppe Mussari (fresco di dimissioni dalla presidenza dell'Abi dopo l'ennesimo scandalo che lo ha travolto).

sabato 19 gennaio 2013

Mps, ennesima umiliazione


L'aiuto governativo di 4 miliardi di euro concesso nei mesi scorsi tramite i Tremonti e Monti bond non sono stati l'unica stampella per rianimare il bilancio esangue del Monte dei Paschi. Stando infatti alla notizia diffusa l'altro ieri da Bloomberg (la più autorevole agenzia d'informazione finanziaria americana), nel 2008 in "soccorso" del Monte sono giunti anche gli avvoltoi tedeschi della Deutsche Bank: i banchieri di Berlino, proprio nell'anno horribilis dell'acquisizione di Banca Antonveneta e del conseguente buco di bilancio da parte dell'istituto toscano, hanno stipulato con Rocca Salimbeni un derivato da 1.5 miliardi di euro, con andamento legato ai tassi di interesse dell'euro e ai valori azionari di Intesa Sanpaolo.

martedì 15 gennaio 2013

Il potere delle banche centrali



Illuminante l'articolo di Federico Rampini su Repubblica di oggi. La tesi del celebre corrispondente dagli Usa del giornale del gruppo Espresso è che il ruolo delle banche centrali sia diventato decisivo nell'orientare le sorti delle rispettive economie d'area. La Fed americana sta stampando moneta a man bassa per finanziare il governo Obama e le sue politiche interventiste di rilancio della spesa pubblica e dell'occupazione. La banca centrale giapponese si sta orientando sullo stesso binario, con intensità forse ancora maggiore, almeno a giudicare dai programmi del neo-eletto premier conservatore Shinzo Abe: anche a Tokio infatti si parla di stampare moneta in quantità industriale; per deprezzare lo yen, rilanciare le esportazioni, e soprattutto per implentare un piano mastodontico di investimenti pubblici nel ramo edilizia e infrastrutture antisisma.

lunedì 14 gennaio 2013

Germania campionessa europea di povertà relativa




La notizia è di quelle da non credere. Eppure la fonte è più che autorevole: si tratta dell'istituto comunitario di statistica Eurostat, che ha stilato una classifica in base alla percentuale di popolazione dei vari stati Ue che percepisce un reddito inferiore di 2/3 a quello medio nazionale. Questa particolare classifica della vergogna, che misura l'intensità delle disuguaglianze sociali interne ai singoli paesi, vede agli ultimi posti (quelli più virtuosi) le nazioni scandinave e la Francia. Niente di clamoroso, dunque. Ma la sorpresa arriva a mano a mano che si scorre verso l'alto la graduatoria, su su fino al primo posto, dove si scopre che, con il 22% di poveri relativi, la nazione dai redditi più sperequati in Europa è - udite udite - la locomotiva tedesca.