lunedì 11 luglio 2011

La grande bolgia

Fino a oggi non ero ancora stato nel centro di Accra. Dunque fino a oggi avevo un altro concetto di parole come "ressa", "congestionato" o "variopinto". Fino a oggi icone del casino erano per me la stazione Termini all'ora di punta, o la gradinata sud dopo un gol al Genoa, o le mie classi di scuola nell'ora di religione. Ora mi tocca rimodulare il tutto. Il vero ombelico del mondo e' il mercato Makola in Ghana.
Una adunata immensa, una festa dei commercianti all'ennesima potenza. Gente che vende di tutto e dappertutto: in piedi, a sedere, dietro un banchetto, oppure correndo. Gente che sgomita e si pesta i piedi in uno struscio micidiale, gente che tratta, che urla, che canta, che scambia. Al piano terra alimentari, abbigliamento, prodotti per la casa e artigianato di ogni tipo; al primo piano divani, armadi, elettrodomestici e chissa' cos'altro. Kennedy si volta a controllarmi ogni metro, mi dice che in questo marasma potrebbero rubarmi di tutto e in ogni momento. Fa impressione, in effetti, vedersi unico bianco in mezzo a un mare di africani. Non posso nascondermi. Il colore della mia pelle e' quello della gallina bianca da spennare. Quando mi vedono i commercianti si fanno sotto con grande cattiveria agonistica, sembrano tanti Sulley Muntari in pressing indiavolato e senza il peso della diffida. Vorrei tirarmi fuori dal labirinto, ma il reticolo di strade invase dalla bolgia si estende a perdita d'occhio, cosi' anche organizzare un'exit strategy richiede tempo.
Alla fine riusciamo a rifugiarci sul terrazzo di un ristorantino. Ci portano un pollo e un risotto in salsa piccante. Riprendo fiato, do sfogo all'appettito, e finalmente posso contemplare in assoluto relax l'ebollizione del vulcano Makola, scorgendo anche dei tocchi di poesia che fino a quel punto mi ero perso; come le file coloratissime di donne schierate sul marciapiede e intente presidiare i loro pentoloni di primizie marine e vegetali. Alcune di loro per i nostri canoni sarebbero gia' in eta' da pensione. Chissa' dove trovano tutta questa energia. Kennedy mi da' la risposta col suo fare lapidario, precisando che qui in Ghana per mangiare tre volte al giorno bisogna lottare. Alzarsi presto la mattina, rimboccarsi le maniche e badare al sodo. Chissa' perche', ma il pensiero mi vola ai lussi del televisore a schermo piatto e dell'abbonamento a Sky che mi sono concesso poco prima di prendere l'aereo. Un brivido di vergogna mi manda di traverso la coca cola.    
     

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