martedì 22 novembre 2011

Parola d'ordine: redistribuzione

Parlare di crescita in questo momento è un'ipocrisia. Si dice che si vuole crescita per non dire che serve redistribuzione. La vera urgenza è la redistribuzione delle ricchezze in un paese ineguale, e in un mondo ancora più ineguale. A tal proposito serve sostenere tutte le iniziative che spingono in questo senso.

1. Fisco. Robusta tassa patrimoniale ordinaria (non "una tantum") con dichiarazione dei cespiti patrimoniali sulla denuncia dei redditi. Reintroduzione dell'Ici solo sugli immobili che non rispecchino le caratteristiche per un impatto ambientale vicino allo zero, perché non adeguatamente coibentate o non provviste di impianti per la produzione autonoma di energia: questo prelievo potrebbe trasformarsi in una imposta di scopo da destinare immediatamente all'adeguamento dei suddetti immobili, generando anche lavoro. Adesione convinta alla campagna per l'introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie, così da disincentivare i movimenti di denaro speculativi e finanziare progetti di inclusione sociale e sviluppo dei paesi impoveriti.

2. Legalità. Legge anticorruzione, le cui varie proposte ad oggi giacciono inerti nei cassetti del parlamento e del governo. Reintroduzione del reato di falso in bilancio (oggi depenalizzato se di entità inferiore al 5% del fatturato aziendale) e piena tracciabilità del denaro, con abbattimento della soglia massima permessa per il pagamento in contanti. Sono questi i presupposti per combattere più efficacemente evasione fiscale e malaffare. No a qualsiasi forma di condono. Confisca dei beni non solo per i mafiosi, ma per tutti i corrotti condannati.

3. Lavoro e spesa pubblica. Taglio delle grandi opere e delle spese militari, partendo dall'abbandono del programma per l'acquisto dei cacciabombardieri F35 (uno spreco di quasi 20 miliardi di euro). Piano di investimento pubblico sia per la ristrutturazione di scuole, ospedali, musei, biblioteche, ricoveri per anziani, carceri...; sia per la prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici, sia per sostenere le imprese agricole medio-piccole che puntano sul biologico e rischiano sempre più di essere spremute dal cartello della grande distribuzione. Mi rendo conto che queste richieste non sono comprese nei "compiti per casa" affidatici dalla Banca centrale europea, ma qui si tratta di non accettare la sovranità limitata decisa in maniera non democratica dal mondo finanziario; quello stesso mondo che ad esempio impone tagli alle pensioni ignorando il grave problema dell'espulsione dei 50enni dal mondo del lavoro, con il meccanismo dei pre-pensionamenti finora rivelatosi indispensabile per lenire ondate sempre più violente di crisi aziendali. Non è vero che manca il lavoro. Quello che manca è la disponibilità e la volontà di retribuirlo, utilizzando il sistema pubblico quando il privato non ha la convenienza (es. treni regionali) o la legittimità (es. servizi idrici) per intervenire. Difendiamo l'articolo 41 della costituzione!

Occorre impegnarsi per un progetto di giustizia come risposta strategica ai disastri creati dall'attuale sistema economico dominato dalla speculazione e dalle istituzioni finanziarie internazionali. Esse vogliono demolire l'idea di Europa come cultura dei diritti dei popoli per l'accesso a scuola, sanità, previdenza, assistenza sociale e come capacità di difesa dei beni comuni. A questo assalto alla diligenza, che sembra orchestrato apposta per assecondare gli appetiti del capitalismo finanziario, noi tutti abbiamo il dovere di resistere.

Stefano Biondi, segretario Fiba Cisl Toscana

3 commenti:

  1. Condivido pienamente, Stefano; infatti stiamo resistendo nel dire no ai facili guadagni sulle spalle degli altri, nel pagare tutte le nostre tasse, nel condividere con il maggior numero di persone possibile le nostre idee: credere che cambiare le cose sia possibile se lo facciamo insieme, dire il nostro NO secco alle guerre, vivere con un "abito mentale" adorno di azioni che esprimono legalità e parlare di giustizia senza timore nei modi più opportuni agli ambienti che frequentiamo, .... Passaparola.

    RispondiElimina
  2. toh guarda un sindacalista che sa ancora stare dalla parte nostra e per giunta della cisl però è voce che grida nel deserto

    RispondiElimina
  3. SARà ANCHE UNA VOCE NEL DESERTO,
    MA CREDO CHE SE FACCIAMO DA "ECO" LA SUA VOCE LA POSSA SENTIRE ANCHE UN MUCCHIO DI GENTE E ... CHISSA', FORSE POSSANO ANCHE CAMBIARE LE COSE

    RispondiElimina

(si prega la sintesi)