domenica 1 aprile 2012

La tua crisi è la mia crisi


L'epidemia dell'austerity è un filo rosso di indignazione che collega mezza Europa. I tagli ai diritti e ai redditi di pensionati e lavoratori dipendenti sono diventati il leit motiv della politica economica non solo italiana, ma anche spagnola (vedi sciopero generale dei giorni scorsi), greca e portoghese. E proprio sulle sofferenze del popolo lusitano si è concentrata l'ultima puntata di Presa Diretta, con 20 minuti di grande giornalismo televisivo.

Dalle immagini e dalle interviste registrate nelle strade di Lisbona traspaiono tutti i sintomi del mal d'austerity: i mercati ortofrutticoli vuoti, le diete alimentari ridimensionate dal bisogno di risparmiare anche sul cibo; gli esercizi commerciali messi alle corde dall'aumento improvviso dell'Iva dal 13 al 25%; i negozi che chiudono per lasciare posto a un impressionante proliferare di "Compro oro"; le pensioni e i sussidi di disoccupazione tagliati con l'accetta; le associazioni legate al Banco alimentare e alle Caritas che vedono crescere in modo esponenziale il numero dei loro assistiti; il lusso ostentato come niente fosse dai portoghesi più ricchi che appare sempre più difficile da sopportare; per non parlare dei ticket sanitari introdotti anche sulle visite del medico di famiglia, e degli ospedali in ritardo sui pagamenti che si vedono tagliare dalle case farmaceutiche le forniture di farmaci salvavita.
Prendere coscienza di ingiustizie di questo tipo può deprimere, ma al contempo pure incoraggiare. Ancora ieri il nostro premier Monti ha rispolverato il solito ritornello odioso sul "menomale non abbiamo fatto la fine della Grecia". Invece sarebbe il caso di osservare i paesi colpiti ancora più severamente di noi dalla crisi in atto con un approccio opposto: guardarli cioè non come degli appestati da cui tenersi alla larga, ma come potenziali alleati di una battaglia civile da intraprendere insieme. Gli interventi del giornalista economico e del sindacalista alla fine del servizio di Presa Diretta spiegano bene sia la dimensione sia la possibile via di uscita dall'austerity selvaggia che sta imperversando in tutti i paesi euromediterranei. In ballo c'è l'idea di Europa come camera di compensazione truffaldina degli egoismi reciproci: l'Europa che stiamo vivendo oggi, egemonizzata da un governo tedesco sempre più cieco e aggressivo nella salvaguardia del proprio interesse di breve periodo (ovvero la crociata contro l'inflazione, portata avanti impedendo alla Banca centrale europea di praticare un massiccio finanziamento diretto agli stati più indebitati mediante emissione di carta moneta). Dall'altra c'è l'idea di Europa come casa comune federale, quella che animava i pensatori politici più nobili alla fine della seconda guerra mondiale. Un'Europa fatta di severità quando serve (niente lassismo contro corruzione e sperperi) ma soprattutto di solidarietà vera, di debiti pubblici messi in comune, di diritti fondamentali (salute, istruzione, lavoro, previdenza) che cessino di venire sacrificati sugli altari apostati della lotta all'inflazione e del patto di stabilità. Anche la battaglia per l'art. 18 perderebbe senso se smettesse di essere considerata all'interno di questo progetto sociale, politico ed economico più ampio: il sogno di una nuova Europa.

Per saperne di più: guarda la prima parte e la seconda parte  del servizio di Presa Diretta sul Portogallo. 

1 commento:

  1. Sono molto d'accordo sulle osservazioni di merito e sull'analisi socio-economica dei fatti che stanno accadendo ora nella nostra casa comune chiamata Europa. Credo proprio che in Italia dobbiamo prepararci all'impatto dell'urto della recessione che si farà presto più stringente anche per noi, pensando fin da ora a come poter di organizzare in sinergia il lavoro di enti, associazioni e sindacati, Caritas e terzo settore, al fine di poter rispondere in tempo utile ed in modo adeguato alle emergenze sociali dei cittadini che saranno presto privati del giusto supporto delle istituzioni anche qui in Italia. Non è catastrofismo, ma osservazione lucida degli attuali eventi legislativi e di quelli "in nuce". Prevenire da subito, pensando agli eventuali rimedi prima dell'epidemia. Qualcuno può fornire qualche idea in proposito ?

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