lunedì 8 ottobre 2012

Ricordare Sankarà


Fra pochi giorni si commemora il 25esimo anniversario della morte di Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso, ucciso in un golpe dietro cui secondo molti addetti ai lavori aleggia l'ombra delle superpotenze francese e statunitense. Ma chi era Thomas Sankarà? Perché era diventato così scomodo? E perché la sua storia costituisce un'insegnamento così attuale per tante nazioni europee? La risposta a tutte queste domande è rintracciabile in un discorso-manifesto, pronunciato da Sankarà all'assemblea dell'Organizzazione per l'Unità Africana. In questo intervento Sankarà si rivolge in modo accorato ai suoi colleghi capi di stato africani, invitandoli a ribellarsi di fronte al neo-colonialismo del debito estero.    

Sankarà parlava del debito estero come di un grande imbroglio, escogitato dalle potenze occidentali per drenare con sempre più voracità le risorse e le materie prime dei paesi africani. Sankarà diceva che il pagamento del debito era incompatibile con le esigenze di sviluppo di cui il suo Burkina Faso necessitava per condurre fuori dalla miseria la stragrande maggioranza della popolazione.
Sankarà dichiarava di schierarsi al fianco dei più poveri, ma a dare credibilità al suo impegno politico era inanzitutto il suo stile di vita estremamente sobrio: il presidente viaggiava a bordo di un'utilitaria, viveva in un appartamento normalissimo, evitava ogni tipo di sfarzo, viaggiava con i voli di linea; il tutto in netta controtendenza rispetto ai fasti della classe politica dell'universo mondo. L'obiettivo politico numero uno, riassunto puntualmente nei suoi slogan propagandistici, era quello dei due pasti giornalieri accessibili per tutto il popolo burkinabè. Obiettivi del presidente erano anche le opere pubbliche funzionali ai bisogni della collettività: sotto la sua supervisione fu costruita la ferrovia che collega la capitale Ougadougu al confine col Niger; infrastruttura che resta ancora oggi il principale asse viario del paese. Obiettivo del presidente era salvare la sua gente dalla malaria e dall'analfabetismo, migliorando i presidi sanitari e scolastici nella varie regioni del Burkina. Tutti traguardi assolutamente inconciliabili con il giogo del debito estero e con i dettami del Fondo monetario internazionale, i cui emissari a nome delle potenze creditrici imponevano privatizzazioni e tagli indiscriminati alla spesa pubblica come condizione del ripagamento del debito e del cosiddetto "aggiustamento strutturale" dell'economia.
Nel famoso discorso di Addis Abeba, Sankara argomentava riguardo la necessità per il continente africano di unire le forze nel dire no ai diktat del Fondo monetario. La ribellione di un paese solo, secondo Sankara, avrebbe consentito alle potenze creditrici una facile repressione, specialmente nel caso del Burkina Faso che a causa della progressiva desertificazione del territorio si trovava già all'epoca sprovvisto di materie prime essenziali per l'autosufficienza. Ma le prospettive cambiavano nell'eventualità di un'Africa opposta al Fondo con una voce sola, e seriamente impegnata nel costruire un'economia continentale comunitaria, cioè solidale e funzionale ai diversi bisogni delle diverse nazioni.
Il sogno di Sankarà è stato represso nel sangue. Ma oggi il sogno del presidente burkinabè è riemerso al di là del Mediterraneo: è diventato anche il nostro sogno, il sogno per le nostre economie sempre più strangolate dall'arretramento coatto della spesa pubblica dettato dalle nuove potenze creditrici. Il Sankarà europeo sarà colui che riuscirà a trasformare la disperazione degli indignados in una proposta politica credibile. Il Sankarà europeo nascerà in Portogallo, o in Grecia, o in Italia o in Spagna: avrà la forza per far scendere il proprio paese dal "treno di deportazione" dell'Europa di Mastricht e dell'euro, e inviterà i vicini dell'Europa mediterranea a fare lo stesso: ristrutturare in modo coordinato il rispettivo debito estero, per gettare tutti insieme le basi di un'economia più locale e più amica dei poveri.
 Tommaso Giani

Per saperne di più: ascolta il frammento più significativo del discorso di Thomas Sankarà all'assemblea dell'Organizzazione per l'unità africana.

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