venerdì 19 ottobre 2012

Contadini di tutto il mondo unitevi


Nel governo dei miei sogni, sul nome del ministro per l'agricoltura non avrei dubbi: Carlo Petrini, il fondatore di Terra Madre. Un piemontese all'antica, che sta dedicando tutte le sue energie alla diffusione di un modo di relazionarsi al cibo più rispondente ai bisogni dell'uomo e della terra, e non a quello dei mercanti. Petrini e i suoi discepoli hanno cominciato nel 2004 una rivoluzione silenziosa, che è riuscita a mettere in rete migliaia e migliaia di agricoltori, ristoratori, trasformatori e consumatori. Un arcipelago di cittadini che riesce a esaltare le doti della terra e ad avvalersi dei suoi frutti sfuggendo alla macchina da guerra della grande distribuzione.

L'ultima iniziativa di Petrini, a cui Repubblica ha dedicato un articolo in prima pagina, si chiama "mille orti in Africa". Mille realtà rurali africane adottate da altrettanti piccoli consorzi europei. Con 900 euro una tantum si fa nascere un orto in un villaggio dell'Uganda, del Senegal o della Tunisia. Buona parte dei progetti è finanziata da consorzi agricoli italiani che hanno deciso di puntare forte sulle istituzioni scolastiche, in modo da far gestire gli orti da insegnanti e studenti. Una valenza economica ma anche educativa: un'oasi di biodiversità contro l'assurdo della monocultura da esportazione; la scuola rurale e il suo orto che diventano crogiolo di economie di vicinato, di scambio di saperi agricoli e di sementi, di agricoltura con la A maiuscola.
Uno di questi 1000 gemellaggi architettati da Terra Madre ha visto protagonisti i produttori di bottarga di Orbetello, che sono scesi in Mauritania dalle donne indigene Imraguen a mostrare le loro tecniche per una bottarga migliore, e per costruire laboratori moderni ma rispettosi della lavorazione tradizionale. Dietro ognuno di questi incontri agricoli fra Europa e Africa ci sarebbe un romanzo da scrivere, e chissà quante amicizie nuove e preziose da coltivare.
Terra Madre è una delle eccellenze made in Italy di cui andare fieri. La piattaforma di Carlo Petrini, i cui stati generali sono in corso in questi giorni a Torino all'interno del Salone del Gusto, permette a centinaia di piccoli produttori italiani di consorziarsi e prosperare attraverso l'agricoltura di qualità e l'implementazione di canali commerciali alternativi al cannibalismo dei supermercati. Per toccare con mano cosa significa Terra Madre basta aspettare la seconda e la quarta domenica di ogni mese e fare un salto al parcheggio antistante l'Esselunga di San Giuliano Terme (Pi). Lì oltre 40 piccoli agricoltori della provincia, uniti grazie alla comune adesione al movimento di Petrini, si danno appuntamento per vendere i loro prodotti saltando il passaggio della grande distribuzione. La sfida al supermercato è esplicita, visto che le riunioni del mercato di Terra Madre coincidono con le aperture domenicali dell'Esselunga. Così i clienti del supermercato si imbattono nelle bancarelle, guardano i prodotti, parlano con l'agricoltore che di quei prodotti può raccontare vita morte e miracoli, finché non decidono di mollare il carrello e convertirsi anche loro al credo della filiera corta. Folgorati sulla via dello shopping.
Tommaso Giani

Per conoscere il mercato di Terra Madre più vicino a casa tua, visita il sito www.terramadre.it

  

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