giovedì 7 giugno 2012

Napoli fa scuola

                                 
In mezzo alle macerie di una scuola pubblica che batte in ritirata c'è una notizia controcorrente arrivata dalla periferia napoletana. Precisamente da Pozzuoli, dove l'isituto superiore Pitagora ha appena chiuso con successo la seconda edizione del progetto "La pagina che non c'era".

Il dramma delle classi pollaio e delle scuole a cui mancano i soldi financo per fotocopie e carta igienica non può essere superato senza una volontà politica nazionale, o meglio continentale, visto che il potere di riattivare in modo efficace la leva della nostra spesa pubblica ormai da anni non risiede più a Roma ma a Francoforte e Berlino. La prospettiva della trincea purtroppo appare inevitabile per il sistema educativo statale, almeno per i prossimi anni, considerando l'attuale pervicacia con cui le politiche di austerity stanno flagellando l'Europa mediterranea. Tuttavia, ciò non toglie che per vivere in trincea c'è modo e modo. Da una parte lo scoramento di chi si lascia travolgere con fatalismo dalla congiuntura avversa. Dall'altra l'ingegno e la forza di volontà di studenti, insegnanti e presidi che ce la mettono tutta pur di mantenere valida e al passo coi tempi l'offerta formativa.
Il progetto delle insegnanti di Pozzuoli è stato possibile grazie a pochi spiccioli e molta passione. Un'idea nuova per coltivare nei ragazzi delle superiori la familiarità con la lettura. Una formula inedita per smentire le profezie di sventura di chi vede le giovani generazioni ormai prigioniere di facebook e dei messaggini, incapaci di apprezzare lo stile più ricercato e più voluminoso della narrativa. Già, ma di quale narrativa stiamo parlando? La colpa non sarà anche del mondo degli educatori, che troppo poco si sforzano per aggiornare le proposte di lettura rendendole più vicine al vissuto degli adolescenti? E allora ecco il primo passo effettuato dalla scuola Pitagora nell'elaborazione del progetto: scegliere 4 romanzi non fra i soliti immortali classici, ma pescando fra gli scrittori italiani emergenti.    
Il secondo passo è stato rendere protagonisti i giovani lettori, facendoli entrare nelle pieghe delle pagine d'autore, e facendoli immedesimare a tal punto nella storia da immaginare loro stessi delle varianti letterarie ai romanzi in questione. E appunto, proprio sulla scorta di questo spirito è decollato il progetto "La pagina che non c'era". Le insegnanti hanno chiesto ai loro studenti (ma anche a quelli delle decine di altre scuole italiane partecipanti) di aggiungere una pagina da inserire in un punto qualsiasi di uno dei 4 romanzi oggetto dell'iniziativa: una descrizione che mancava, un dialogo, oppure un colpo di scena diverso da quello presente nel libro vero e proprio. E i ragazzi si sono sbizzarriti con entusiasmo.
L'ultimo passo è stato l'incontro con i 4 autori i cui romanzi sono diventati la palestra letteraria degli studenti: quest'anno si sono presentati a Pozzuoli il pisano Marco Malvaldi, e poi Antonio Scurati, Viola Di Grado e Andrej Longo. Tutti e quattro si sono sottoposti alle curiosità dei ragazzi, e si sono uniti alle insegnanti nella giuria per premiare le creazioni letterarie più brillanti e più vicine allo stile dell'autore originale. L'emozione (per non dire la commozione) che hanno vissuto i quattro scrittori ospiti della scuola napoletana traspare dalle parole di uno di loro, Andrej Longo: "In quel pomeriggio con loro ho sentito questa fame di vita, fatta di domande che andavano in tutte le direzioni, come un fiume inarrestabile. Ed era una fame di vita immensa e arretrata, destinata a portare cambiamenti inaspettati nel futuro prossimo, quella pagina del futuro che una politica vecchia non è capace neppure di immaginare, ma chei ragazzi, con il loro entusiasmo, stanno già scrivendo".
Tommaso Giani
   

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