sabato 16 giugno 2012

La banca senza interessi

                                           

In Svezia sta fiorendo una banca diversa dalle altre. Si chiama Jak Bank, è nata nel 1971 e negli ultimi anni sta crescendo a ritmo costante. Ha 38mila clienti-soci, i cui conti correnti depositati ammontano a 131 milioni di euro. Di questi 131 milioni, 98 sono dati in prestito. Numeri piccolini per i canoni della finanza globale, ma che diventano clamorosi se si tiene conto della particolarità rivoluzionaria di Jak Bank: ovvero, l'assenza di interessi.


I fortunati soci svedesi della banca Jak riescono ad accendere un mutuo per comprarsi la casa o per mettere su una piccola impresa praticamente a costo zero. Dietro il "praticamente" ci sono costi fissi che si aggirano sul 2.5% della somma ricevuta. Niente male vero? (considerando la media a doppia cifra dei tassi bancari tradizionali...). Detta così sembra una favola che non sta in piedi. In realtà il sistema regge eccome, grazie alla filosofia sovversiva della banca Jak, basata sull'assenza di profitti. L'unico margine richiesto (e racimolato col 2.5% sui prestiti più una quota associativa annuale) serve per retribuire i 30 dipendenti e per le altre spese di gestione. Insomma, qui non c'è trippa per i top manager dalla stock option facile e per gli apprendisti stregoni dei derivati. La gestione della banca è oltremodo trasparente e democratica, visto che la struttura è quella di una cooperativa, e l'assemblea dei 38mila soci-correntisti decide col metodo "una testa un voto", a prescindere dal numero delle quote associative detenute e dall'entità dei risparmi depositati. E sempre a proposito di gestione, un'altra regola aurea della banca Jak è quella di rinunciare a qualsiasi operazione interbancaria o speculativa. I soldi da prestare sono unicamente attinti dai conti correnti degli stessi soci. Soci che sono coinvolti profondamente nella vita quotidiana della banca, al punto da dedicare spesso e volentieri ore di volontariato alla promozione del modello Jak sui rispettivi territori. Senza il loro apporto gratuito le 28 filiali della banca sparse sul territorio svedese non potrebbero andare avanti, visto che ognuna di loro può contare su un solo dipendente stipendiato: il resto lo fa un esercito di centinaia di "bancari per passione".
L'esperienza ha stregato anche un gruppo di cittadini italiani, che da un po' di tempo si è attivato per provare a replicare il progetto Jak in Italia. In attesa di racimolare il capitale necessario per dare inizio alla scommessa, gli attivisti hanno costituito una cooperativa con relativo sito internet (www.jakitalia.it), si sono guadagnati le simpatie dell'economista Luigino Bruni, e in queste settimane stanno girando la penisola per pubblicizzare l'iniziativa. Nel pieno della Grande Depressione e della crisi del finanzcapitalismo sempre più irreversibile, progetti come questi meritano una dose supplementare di sostegno.
Tommaso Giani 

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