domenica 24 giugno 2012

Favola afghana


C'era una volta un insegnante australiano di skateboard, di nome Oliver, che nel 2007 quasi per caso si ritrovò a fare le valigie per un temerario viaggio in Afghanistan. La sua fidanzata, Charna, andava a Kabul per un progetto di cooperazione internazionale; e lui decise di seguirla, un po' per spirito protettivo (Kabul è una delle città più pericolose al mondo) e un po' per spirito d'avventura, per capire cosa significa vivere in un paese devastato dalla guerra, e per vedere l'effetto che farà alla gente di laggiù trovarsi davanti uno skater che sfreccia sulla tavola con le ruote.

L'effetto, alla prova dei fatti, fu dirompente. Oliver si ritrovò accerchiato da decine di ragazzini e ragazzine che lo guardavano esibirsi con occhi sognanti, e che facevano a gara per provare almeno un minuto quel giocattolo mai visto. Oliver ebbe modo di constatare di persona la situazione drammatica in cui quei bambini si trovavano a vivere: molti di loro costretti a lavorare come venditori ambulanti o come garzoni di bottega per aiutare la famiglia a sopravvivere. Derubati dell'infanzia in una città sovrappopolata: 2 milioni e mezzo di abitanti stipati in sobborghi insalubri, senza acqua potabile e senza raccolta dei rifiuti, con la guerra civile eredità dell'intervento "di pace" della Nato che continuava (e continua) a imperversare, fra la paura costante di attentati e i cumuli di macerie sparsi ovunque.
Oliver sentì che doveva restare. Doveva far arrivare a Kabul tanti altri skate, e doveva darsi da fare per trasformare quella voglia matta di sport di quei ragazzini in una occasione di riscatto. Oliver mobilitò i suoi amici in Australia, che passarono parola ad altri amici di mezzo mondo: il sogno diventò un progetto strutturato, e il ministero degli esteri della Germania decise (insieme all'ambasciata danese a Kabul) di finanziarlo con una importante donazione. Nacque così l'organizzazione non governativa Skateistan, che permise non solo a Oliver ma anche a un gruppetto di ragazzi afghani e occidentali di dedicarsi al progetto a tempo pieno, come un lavoro vero e proprio. Oliver e la sua banda cominciarono a tenere regolarmente lezioni gratuite di skate nel centro di Kabul, a ragazzi e ragazze dai 9 ai 18 anni. All'inizio la sede dei corsi era una vecchia vasca in disuso dell'epoca sovietica. Molto underground ma anche un tantino scomoda, come location. Poi però, con il proseguire delle donazioni pubbliche e dei sostenitori privati, Oliver ha potuto costruire uno skate-park coperto in piena regola, con tanto di rampe, salite e discese.
L'avventura di Skateistan ha continuato a rotolare a gonfie vele, attraendo centinaia di bambini afghani all'interno dell'area attrezzata, e dando vita a corsi gratuiti sempre più frequentati. In un paese dove l'emancipazione femminile è ancora ai nastri di partenza, l'immagine di uno sciame di ragazzine a spasso per la città con lo skate sopra i piedi è qualcosa di mirabolante. "Mio padre non è d'accordo su questa mia passione - sorride la 12enne Fazila in un mini-documentario girato dall'associazione - ma io voglio andare avanti". E andare avanti vale ancor più la pena da quando (circa 2 anni fa) all'attività prettamente sportiva si è affiancata quella educativa. Una favola nella favola. Oliver e i suoi amici sono riusciti a mettere su alcuni corsi professionalizzanti negli ambiti dell'arte e della multimedialità, dando vita a una ventina di classi. E poi c'è il progetto "Back to school", che aiuta i ragazzini ritiratisi prematuramente dalle scuole statali a rimettersi in pari e a tornare sui banchi coi loro coetanei. Tutti i servizi sono gratuiti (dalla mensa alla scuola allo skate) grazie alla buona rete di volontari internazionali che continuano ad alternarsi al fianco di Oliver, e soprattutto grazie alle continue donazioni (provenienti soprattutto dalla Germania) che hanno reso possibile l'assunzione in pianta stabile nell'ong di professionisti e professioniste afghane dell'educazione.
Nei giorni scorsi a Berlino è uscito un libro fotografico (in lingua inglese) che ripercorre la pazza impresa di Oliver e dei bambini afghani. Si può acquistare online, ed è un modo edificante per conoscere meglio questa bella storia e per dare il proprio contributo a Skateistan, visto che i proventi delle vendite saranno devoluti interamente alla ong di Kabul.
Tommaso Giani

Per saperne di più: visita il sito dell'ong, http://www.skateistan.org/     

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