martedì 29 maggio 2012

Il compromesso non è una virtù


                            

 Oggi “Non Tacerò” ancor più di come ho fatto fino ad adesso,  e per quel potrò e che mi rimane da fare  continuerò a non tacere, senza accorgimenti, senza prudenze , senza tener conto di equilibrismi e tatticismi pseudo politici, senza finzioni opportunistiche, né personali né di organizzazione, senza paura delle conseguenze. Lo farò per  amore della nostra bella terra Toscana e per rispetto dei nostri migliori Padri, della sua gente, per amore della gente del lavoro, di tutti i Lavoratori, ma proprio tutti, senza distinguere appartenenza.


 Lo farò anche per “Dovere e Responsabilità” verso il nobile “mestiere” che facciamo, verso la nostra Storia Sindacale e verso il Sindacato tutto a cui mi sento di appartenere, quello Grande di ogni tradizione e cultura che ha  attraversato Secoli di soprusi e ha insegnato ai deboli e ai perdenti ad alzare la schiena. La paura sì, c’è per tutti, questo tempo fa paura, bisognerebbe parlarne…"Chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange, io come tutti ho paura. Ma non sono vigliacco, altrimenti me ne sarei già andato"- sono parole di  Antonio Montinaro caduto scortando Giovanni Falcone, il 23 maggio 1992, a bordo della Fiat Croma che esplose a Capaci. Le date sono importanti, ricordiamo la data di nascita, quella del primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro, il giorno del matrimonio, la data di nascita dei nostri figli, e della morte dei nostri cari, e tante altre e per qualcuno, senza retorica, è importante la data di nascita della Repubblica e quella della Costituzione, quella della prima volta che abbiamo votato ed è importantissima e scolpita quella in cui alcuni Fratelli Maggiori per scelte fatte consapevolmente hanno rischiato e per molti offerta la propria vita. Ma non si illudano gli assassini, i complici, i poteri e i meschini,  lì da quel sangue è nata la Speranza e il Coraggio, sì proprio così, sapete cos’è il Coraggio? è la Paura che ha detto le proprie Preghiere, e in uno scritto cristiano dei primi secoli, la Didaché è scritto : “Una notte la Paura bussò alla porta, la Speranza andò ad aprire, e non c’era più nessuno”.. e  queste scelte consapevoli, se non siamo gli ultimi degli ignavi, dobbiamo, almeno nel segreto del cuore, saper fare anche noi, e anche per questo “non tacerò”

Cari Sindacalisti Toscani ho aspettato la sera del 23 maggio a scrivervi, raccogliendo in modo sparso il flusso di coscienza che mi si affolla nel cuore e nella mente, pensieri, riflessioni, sentimenti e memoria, alla fine di una giornata particolare. Al mattino c’era troppa folla di dichiarazioni, troppi si affrettavano a farsi sentire e presenti alle circostanze delle ricorrenze e del dovuto cerimoniale e a volte francamente mi sono sembrate espressioni davvero troppo postume. Quello che sta accadendo nel Italia e ne Mondo non è un fenomeno naturale frutto di sconquassi climatici o tellurici, c’è una Responsabilità Oggettiva, Collettiva e Personale. Come si è giunti fin qui?
Viviamo un tempo complesso, difficile, viviamo da molto tempo una lunga notte, una notte lunga due secoli, solo i più avveduti, i più sensibili l’hanno vista e percepita con chiarezza. I più hanno fatto finta di nulla, per quieto vivere, per opportunismo, per convenienza o per ipocrisia hanno cercato di conciliare la loro vita con tutte le situazioni operando compromessi con un’etica che è divenuta ad assetto variabile, secondo le circostanze e appunto le convenienze. C’è un ignavia, una grettezza che ha permesso al male di prosperare e di invadere ogni campo e pervadere le coscienze personali e collettive. Sono due secoli di abomini, di guerre fratricide e milioni di morti, sotto ogni cielo e in ogni latitudine ma più spesso dove si è più poveri e la terra è più ricca, mistificando interessi feroci con nobili intenti, due secoli di guerre chiamate operazioni chirurgiche, di guerre in nome della pace, ragion di stato e realpolitik, di soprusi, di discriminazioni di ogni genere, di illegalità organizzata a sistema. E li hanno chiamati i secoli della Ragione.. Compromessi appunto e non mediazioni, la mediazione è fatto nobile, a volte ardito, è il tentativo di ciò che è possibile realizzare di Bene Comune nel qui e ora della Storia, il compromesso no, nasce nell’ombra della nostra coscienza è scambio improprio tra ciò che è giusto e ciò che ci conviene..  e dobbiamo riconoscerlo, dobbiamo dirlo anche il Sindacato, anche noi lo abbiamo fatto, non sempre siamo stati all’altezza, lo abbiamo fatto a volte a fin di bene (presunto..), a volte per incrementare gli iscritti, a volte per competitività impropria fra sindacati, a volte per incompetenza, a volte per piccole convenienze e per un po’ di sottogoverno, per un posticino di riguardo o di un presunto posto al sole per soddisfare  un’ambizione mal riposta e meschina, a volte per insufficienza etica e troppe volte abbiamo scambiato l’appartenenza e interessi con la giustizia. In questo modo abbiamo anche compromesso la coscienza dei lavoratori che si sono adagiati su questo sistema, sembrava convenire almeno a chi pensava di essere nel luogo giusto e nella parte che conta. Ma ora non più, la Storia ci presenta il conto e il tempo è ormai scaduto,  è ora di riprendere il Cammino Antico, chi non se la sente se ne vada pure, soprattutto  chi ha usato il Sindacato, se ne vada, se ne vada alla chetichella probabilmente così come è venuto, nessuno gliene farà una colpa, ma se ne vada, viene un tempo in cui non sarà possibile camuffarsi.

… e allora visto che spero siano importanti anche per voi ecco alcune date:

8/10/1998: ucciso il sindacalista Domenico Geraci.
15/9/1993: ucciso padre Pino Puglisi, parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio (quartiere di Palermo).
27/7/1993: a Roma, un’autobomba esplode nel piazzale antistante il vicariato, dietro la basilica di San Giovanni in Laterano. Poco dopo un’altra autobomba esplode davanti alla chiesa del Velabro. Lo stesso giorno a Milano, un’autobomba parcheggiata in via Palestro provoca cinque morti: quattro vigili urbani accorsi sul posto e un extracomunitario che dormiva su una panchina.
27/5/1993: a Firenze, esplode un’autobomba in via dei Georgofili, cinque morti.
14/5/1993: a Roma, esplode un’autobomba in via Fauro al passaggio dell’auto con a bordo il conduttore televisivo Maurizio Costanzo.
8/1/1993: a Barcellona (Messina) viene ucciso Beppe Alfano, giornalista del quotidiano "La Sicilia".
19/7/1992, ore 13:45: strage di via D'Amelio (Palermo), muoiono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi, prima donna poliziotto ad aver perso la vita in un attentato della mafia.
23/5/1992, ore 17:58: strage di Capaci (sull'autostrada Palermo-Punta Raisi), muoiono Giovanni Falcone, già magistrato a Palermo, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, superstite l'agente Giuseppe Costanza che viaggiava sull'automobile guidata da Falcone.
29/8/1991: ucciso Libero Grassi, imprenditore che rifiuta di pagare il pizzo agli esattori della mafia.
9/8/1991: cade in un agguato Antonio Scopelliti, sostituto procuratore in Cassazione. Da lì a poco avrebbe dovuto sostenere l'accusa nel primo maxi-processo a Cosa nostra.
21/9/1990: Rosario Livatino, 38 anni, sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Agrigento, ucciso sulla strada a scorrimento veloce Caltanissetta-Porto Empedocle.
19/6/1989: sulla scogliera dell’Addaura (Palermo) viene trovato un ordigno destinato a Giovanni Falcone, la cui villa delle vacanze si trova poco distante.
27/9/1988: a Trapani Mauro Rostagno, giornalista e sociologo.
25/9/1988: lungo la strada che porta da Canicattì a Palermo vengono assassinati il presidente di Corte d'Appello di Palermo Antonino Saetta e il figlio Stefano. Aveva condannato in appello i capimafia Michele e Salvatore Greco per l'attentato a Rocco Chinnici ed i killer del capitano Emanuele Basile, scandalosamente assolti in primo grado (ma il processo era stato annullato dalla cassazione), si apprestava a presiedere l'appello del maxiprocesso.
14/1/1988: a Palermo assassinato Natale Mondo, l’agente di polizia sopravvissuto all’agguato in cui avevano perso la vita Cassarà e Antiochia.
12/1/1988: ucciso Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo per pochi mesi, avversario politico di Lima e Ciancimino, aveva apertamente denunciato i condizionamenti dei vari comitati d'affari sul comune.
5/8/1985: Antonino Cassarà, vicequestore di Palermo e l’agente di polizia Roberto Antiochia.
28/7/1985: Beppe Montana, capo della squadra catturandi della polizia di Palermo.
2/4/1985: Barbara Asta e i suoi due bimbi Giuseppe e Salvatore muoiono al posto del giudice Carlo Palermo, bersaglio dell'attentato lungo il tratto stradale Pizzolungo-Trapani.
2/12/1984: Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia, viene ucciso appena uscito dal manicomio dove era stato rinchiuso.
5/1/1984: a Catania, Giuseppe Fava, fondatore del settimanale "I Siciliani".
29/7/1983: autobomba di via Pipitone Federico (Palermo) muoiono il capo dell’ufficio istruzione del tribunale Rocco Chinnici, due carabinieri della scorta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi.
13/6/1983: Monreale (Palermo). Assassinato il capitano dei carabinieri Mario D'Aleo, comandante della locale compagnia. Con lui cadono l’appuntato Bonmarito e il carabiniere Marici. D’Aleo aveva preso il posto del cap. Basile.
25/1/1983: Giangiacomo Ciaccio Montalto, giudice di Trapani.
3/9/1982: Palermo. Strage di via Carini. Uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo, l'autista che li seguiva sull'auto di servizio.
16/6/1982: agguato al furgone che stava trasportando Alfio Ferlito dal carcere di Enna a quello di Trapani. Oltre al boss catanese, muoiono tre carabinieri di scorta e l’autista del mezzo.
30/4/1982: Pio La Torre, segretario del P.C.I. siciliano  e il suo autista Rocco Di Salvo. Il giorno dopo il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa è nominato prefetto di Palermo.
6/8/1980: Gaetano Costa, procuratore capo di Palermo. Aveva appena firmato sessanta ordini di cattura contro altrettanti mafiosi, dopo che i suoi sostituti si erano rifiutati di farlo.
4/5/1980: a Monreale (Palermo) il capitano dei carabinieri Emanuele Basile.
6/1/1980: il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, politico della sinistra democristiana.
25/9/1979: a Palermo il giudice istruttore Cesare Terranova e il suo autista, il maresciallo di polizia Lenin Mancuso.
21/7/1979: Boris Giorgio Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo.
12/7/1979: a Milano viene ucciso Giorgio Ambrosoli, avvocato liquidatore dell'impero economico di Michele Sindona, il giorno dopo averne presentato la documentazione.
26/1/1979: a Palermo ucciso il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese.
9/5/1978: Giuseppe Impastato, militante antimafia. E’ stato il boss Tano Badalamenti ad ordinarne l’eliminazione per le accuse che gli rivolgeva dai microfoni di una radio locale.
20/8/1977: il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e l'insegnante Filippo Costa vengono uccisi mentre passeggiano nei boschi della Ficuzza.
5/5/1971: Pietro Scaglione, procuratore della repubblica di Palermo e il suo autista Antonino Lo Russo. Per la prima volta nel dopoguerra la mafia colpisce un tutore della legge.
16/9/1970: Mauro De Mauro, redattore del quotidiano "L'Ora", rapito a Palermo e mai più ritrovato.
30/6/1963: strage di Ciaculli. Una “giulietta” carica di tritolo uccide sette tra poliziotti, carabinieri e artificieri.
30/3/1960: ucciso il commissario Cataldo Tandoy (provincia di Agrigento).
1944/1966: lotta per l'occupazione delle terre contro la mafia che spalleggia gli agrari, muoiono 38 sindacalisti, uccisi da campieri, guardaspalle e boss emergenti (6/8/1944 Andrea Raja, 7/6/1945 Nunzio Passafiume, 4/1/1947 Accursio Miraglia, 10/3/1948 Placido Rizzotto, 6/3/1955 Salvatore Carnevale, 20/7/1960 Paolo Bongiorno, 24/3/1966 Carmelo Battaglia).
02/03/1948: Epifanio Li Puma Sindacalista, contadino sognatore di giustizia, di Raffo nelle Alte Madonie, fu barbaramente assassinato a colpi di Lupara davanti ai due figli Giuseppe di 13 anni e Pietro di 19 anni mentre stava arando un pezzo di terra di Alburchia in territorio di Gangi. Profondamente religioso era a capo delle lotte contadine che rivendicavano la terra. I nomi dei mandanti erano ben conosciuti e furono indicati chiaramente al suo funerale, il Processo non è mai stato celebrato e giace insabbiato dal 1950 nel tribunale di Catanzaro.
1/5/1947: massacro di Portella della Ginestra (collina vicino Palermo), la banda Giuliano apre il fuoco su una folla di contadini che celebra la festa del lavoro: 11 morti e 56 feriti.
2/9/1943: a Quarto Mulino di San Giuseppe Jato, Salvatore Giuliano, un contadino dedito alla borsa nera, uccide il carabiniere Antonio Mancino il quale aveva intercettato i suoi traffici

Ai Sindacalisti Toscani
Con affetto
Stefano Biondi

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