domenica 5 febbraio 2012

Una voce fuori dal coro



Fra due mesi si vota per le presidenziali in Francia, e i sondaggi danno per favorito il candidato socialista Francois Hollande. Il Sole 24 Ore di oggi gli ha dedicato una lunga intervista, in cui l'aspirante nuovo inquilino dell'Eliseo traccia alcune delle sue linee guida programmatiche. Dalle sue parole emerge un modello di Europa nettamente diverso rispetto ai mantra rigoristi di Angela Merkel. Hollande dice di puntare su ingredienti come istruzione pubblica, solidarietà sociale paneuropea, eurobond, tassa sulle transazioni finanziarie, maggiore progressività nelle imposte sul reddito. Il cuore mi dice che forse in Francia sta nascendo un polo politico alternativo, attorno a cui costruire un'Europa più a dimensione umana. Qui di seguito riporto i passaggi più significativi dell'intervista.



"Ogni euro speso per rimborsare il debito è un euro in meno per le politiche pubbliche. Non mi riconosco certo nelle politiche delle destre in Europa, che fanno del rigore e dell'austerity l'alfa e l'omega dei loro programmi. Credo, al contrario, che riduzione del deficit e rilancio dell'economia possano essere perseguiti nello stesso tempo. Si tratta di un percorso difficile che però esiste. Richiede decisioni coraggiose sul fronte fiscale, come l'abrogazione delle tante agevolazioni fiscali, la defiscalizzazione degli investimenti in ricerca mirata sulle piccole e medie imprese, alla modulazione del prelievo sulle imprese in base alla loro dimensione".

"Dal 2002 la Francia ha perso 750mila posti di lavoro nell'industria. E' urgente invertire la tendenza, per questo costituiremo una banca pubblica per finanziare le piccole e medie imprese. E faremo in modo di favorire fiscalmente le imprese che investono in Francia".

"Propongo di favorire l'assunzione di giovani conservando il lavoro per i più anziani. Ogni impresa che assumerà un giovane al di sotto dei 25 anni e al contempo terrà in azienda un senior sarà esonerata dai contributi sui due dipendenti".

"Assumeremo 60mila insegnanti, senza però aumentare il numero complessivo di dipendenti pubblici. Utilizzeremo il turn-over di chi va in pensione in altri settori (ad esempio la difesa) per controbilanciare il maggiore investimento nella scuola pubblica".

"Farò una nuova riforma delle pensioni, più giusta e più sostenibile nel tempo. Dall'estate 2012 tutti quelli che avranno il massimo dei contributi potranno andare in pensione a 60 anni".

"E' necessaria una grande riforma fiscale, con dei meccanismi di prelievo più progressivi. I redditi da capitale saranno tassati di più, in linea con quelli da lavoro. Per i redditi sopra i 150mila euro sarà creata una nuova aliquota del 45%. E verranno cancellati gli alleggerimenti dell'imposta patrimoniale decisi dalla destra".

"Voglio che la finanza smetta di avere il controllo dell'economia, della società e delle nostre vite. Deve ritrovare il suo ruolo prioritario, che è quello di finanziare l'economia reale. Farò in modo quindi di separare le attività di finanziamento dell'economia dalle attività di trading, in modo che i soldi dei piccoli risparmiatori non vadano ad alimentare la speculazione. Le banche francesi non potranno più operare nei paradisi fiscali: il prelievo sui loro utili aumenterà del 15% e verranno aboliti i prodotti tossici che minacciano la nostra economia. Infine creeremo, con i paesi europei che la condivideranno, una tassa sulle transazioni finanziarie".

"Il nuovo trattato sulla disciplina fiscale appena approvato da 25 paesi europei, compresa la Francia, non dà una risposta seria e di lungo periodo alla crisi. E' caratterizzato da un'ossessione del rigore che aggraverà la recessione. Nell'accordo non c'è niente sulla crescita, niente sulla lotta alla speculazione finanziaria, niente sul controllo democratico da parte dei cittadini, niente sulla solidarietà. Che per me corrisponde al varo di eurobond per mutualizzare e condividere i nostri debiti pubblici. Confermo quindi che torneremo al tavolo del negoziato per emendare e completare il trattato".

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