domenica 26 febbraio 2012

Parla Galloni: "Il ricatto di Ciampi"


In questo fine settimana nel palasport di Rimini si sta tenendo un affollatissimo seminario sulla Modern Money Theory, una sorta di filiazione della scuola economica keynesiana che dalle università Usa sta predicando un ritorno alla sovranità monetaria degli stati, con i governi liberi di finanziarsi direttamente alla fonte delle rispettive banche centrali. In questo contesto si colloca l'intervento shock di Nino Galloni, ex dirigente del Tesoro negli anni 80 e ora professore di economia alla Luiss e alla Cattolica.


Nei 12 minuti a sua disposizione, Galloni ha sciorinato due retroscena politici di notevole interesse. Il primo riguarda l'inizio degli anni 80, quando l'allora ministro del tesoro Andreatta e il premier Forlani sancirono la decisione epocale della sterilizzazione della Banca d'Italia e del suo potere di emettere moneta a costo zero per la spesa pubblica. Da quel momento in avanti lo stato avrebbe dovuto reperire i denari necessari al bilancio nazionale utilizzando unicamente la leva fiscale e i buoni del tesoro. Proprio i primi anni 80, non a caso, rappresentano la data spartiacque a partire dalla quale il debito pubblico italiano ha cominciato a viaggiare verso l'insostenibilità.
Galloni dentro le stanze di via XX Settembre rappresentava l'ala dissidente rispetto a questa scelta. Lo stesso ex funzionario ha raccontato ieri a Rimini di aver trovato una importante sponda politica nella corrente sociale democristiana di Donat Cattin, e di aver lavorato con profitto per coagulare un'unità di intenti fra quella parte di Dc e alcuni vertici del Partito comunista, in modo da contrastare anche in parlamento quella perdita della sovranità monetaria che infliggeva alle capacità di spesa pubblica dell'Italia un colpo decisivo. "Avvenne a quel punto - rivela Galloni - che l'allora segretario del Pci Berlinguer fu contattato dal governatore di Bankitalia Ciampi, il quale minacciò di mandare a casa tutti i figli della nomenklatura comunista inseriti negli ambienti di Bankitalia se il Pci fosse andato avanti in queste discussioni sulla politica monetaria. Nello stesso tempo il mio incarico nella pubblica amministrazione si interruppe".
Il secondo aneddoto regalato dal professor Galloni corrisponde alla sua seconda stagione da funzionario al Tesoro, stavolta alla fine degli anni 80, richiamato dal ministro Pomicino dopo che alcuni suoi interventi pubblici avevano riscosso una eco notevole sui media nazionali. A distanza di quasi 10 anni la mission di Galloni era di rallentare il processo di convergenza verso la moneta unica europea. "Non ero contrario - spiega - ma pensavo che per traghettare l'Italia nell'euro si dovesse prima rilanciare la nostra macchina economica con determinati investimenti strategici". Sembra che le idee di Galloni stessero trovando terreno fertile negli uffici governativi, ma anche stavolta piovve dall'alto un veto eccellente. "Il ministro ricevette una telefonata del cancelliere tedesco Helmuth Kohl, che impose all'Italia di interrompere i tentennamenti e proseguire a spron battuto la corsa verso l'euro".
Queste rievocazioni fanno impressione perché danno l'idea di un copione di politica monetaria anti-sociale già scritto e immodificabile, da implementare anche a costo di ricatti e siluramenti. E' un clima pesante e apparentemente ineluttabile che si respira anche oggi, a 20 anni di distanza, mentre quelle scelte di politica monetaria e di spoliazione di sovranità economica continuano a produrre i loro frutti avvelenati. Il filo di speranza che resta per un'inversione di rotta in senso democratico ed egualitario emerge in compenso da assemblee come quelle di Rimini, dove non a caso Galloni ha deciso di calare i suoi assi top secret. Si tratta di un meeting senza precedenti, fiorito dal basso, senza sponsor, che è anche un fatto politico: 1500 persone arrivate a loro spese da tutta Italia per ascoltare cinque economisti americani e confrontarsi insieme su una nuova idea di Europa. L'organizzatore della tre giorni, il vulcanico giornalista ex Report Paolo Barnard, spesso pecca di presunzione, assumendo nei suoi interventi i contorni del depositario unico della verità universale. La Modern money theory parla di denaro pubblico ma non della bomba ecologica, di quella demografica e del cambio di stile di vita che urge se davvero vogliamo tornare a parlare di giustizia planetaria. Ma i vari pezzi del puzzle a guardarli bene non sono in conflitto fra di loro: basta farli combaciare, con il tassello "barnardiano" dell'economia pubblica da riattivare che mi sembra in ogni caso di importanza cruciale. E allora ripartiamo da Rimini, da Terrafutura, dalle primarie, dalla partecipazione. La democrazia e la giustizia sociale la possiamo coltivare solo mettendoci insieme e unendo le forze.                   

Per saperne di più: il video dell'intervento di Nino Galloni a Rimini

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