venerdì 3 febbraio 2012

Questione di vita o di morte


Guardate questo video di 8 minuti, e preparatevi a un pieno di indignazione. Le telecamere di Michele Santoro ieri hanno portato nelle nostre case l'esasperazione degli ateniesi. Il microfono passa dalla sede di una tv greca al mercato rionale passando per un ufficio delle poste: parlano i colletti bianchi e gli operai, ma la sostanza degli sfoghi non cambia. La gente non ce la fa più.


 L'austerity selvaggia applicata dall'Unione europea (leggi governo Merkel) alla Grecia ha previsto aumenti dell'Iva con percentuali a due cifre, tagli selvaggi (e non congelamenti) delle pensioni e degli stipendi, più svariate altre misure "lacrime e sangue". Aumentano con percentuali preoccupanti i casi di suicidio e di malnutrizione infantile. Ci sono pensionati che non riescono più a pagare la bolletta e vivono a lume di candela. Ci sono giornalisti di una testata nazionale lasciati senza stipendio da mesi, e accampati nella sede della loro televisione che hanno deciso di occupare. C'è un presentatore televisivo che dice di aver venduto la macchina perché non se la può più permettere. Ci sono strade rimaste sfigurate da un'epidemia di saracinesche abbassate ed esercizi chiusi per crisi. Ci sono ospedali senza medicine e famiglie senza futuro.
La rabbia dei greci è destinata ad Angela Merkel, che addirittura parla di commissariare la Grecia per spolparla ancora meglio di quanto stia riuscendo a fare l'attuale governo ellenico. Ma la gente ce l'ha anche con la Banca centrale europea, che eroga tonnellate di finanziamenti alle banche invece che ai cittadini; e soprattutto con la propria classe politica, che a quanto pare ha assistito inerme a questa operazione di strozzinaggio collettivo eterodiretto. Il sussulto di dignità fuori tempo massimo dell'ex primo ministro socialista Papandreu (promotore di un referendum sulle ulteriori misure di austerity imposte dalla Ue) fu ripagato dai burattinai di Berlino con la sospensione della democrazia e l'avvento di un governo tecnico di squali.
La culla della democrazia non ha più fiducia nella democrazia di cartapesta che sta tartassando il paese. In tanti per le strade parlano di rivoluzione, e incitano gli italiani a seguirli. Già, perché dopotutto la nostra situazione e la loro non è poi così diversa. In Grecia la febbre è molto più alta che da noi. Ma la malattia è la stessa, come identica è la scuola medica che ci ha preso in cura. Quante ingiustizie dovremo ancora sopportare prima di riuscire a far fronte comune con gli altri malati (Grecia, Spagna, Portogallo) per far capire alla Asl (popolo tedesco) che deve sostituire i suoi medici e riportare un po' di umanità in corsia?
Tommaso Giani  

Per saperne di più: breve intervista di Michele Santoro a una donna medico greca che vive in Italia

3 commenti:

  1. purtroppo queste scene si sono viste e si vedono nei paesi africani. Succede a noi quello che i tecnici hanno fatto a quei paesi. é una vergogna, bisogna aiutare il popolo greco, attraverso le associazioni di volontariato. Bisogna anche tornare a discutere e parlare a ricreare legami relazioni se no è un dramma se ci chiudiamo a difesa siamo persi. Vedi art.18 tutti parlano bene ma il concetto è uno solo in base al reddito imposto la mia vita e la famiglia, invece vogliono metterti una spada di damocle sul capo perchè vivendo nell'incertezza del domani comsumi di più perchè vivi più il presente e non fai progetti. Dobbiamo ribellarci democraticamente ma ribellarsi

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  2. anche in danimarca non sono rose e fiori se sei un impiegato bancario e perdi il lavoro non ti trovano un lavoro con pari stipendio. Ti trovano un lavoro a qualsiasi stipendio. Infatti hanno anche un diverso modello di vita direi consumistico di affetti. Perchè non lottiamo contro la corruzione? perchè non utilizziamo i beni confiscati alla mafia per gli armortizzatori sociali?

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  3. E' un paradosso l'aziende devono cercare lavoro a coloro che licenziano. Ma cosa vuole la Fornero ma in che mondo vive? Non lo sa che ci sono lavoratori che dall'oggi al domani da bancari, grazie allo scorporo di ramo d'azienda, si ritrovano nell'imprese di pulizie con contratto delle pulizie?
    Ma cosa vogliono l'imprese possono fare quello che vogliono!

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(si prega la sintesi)