lunedì 3 ottobre 2011

Banchieri o golpisti?


Mi ha fatto male leggere la lettera segreta della Banca centrale europea al governo italiano. E' anche vero però che non tutti gli schiaffi vengono per nuocere. Dopotutto lo scoop del Corriere della Sera di giovedì scorso ha avuto il merito di renderci consapevoli della realtà. Una realtà durissima, che vede il popolo italiano espropriato delle sue prerogative sovrane: il governo e il parlamento ostaggi
di diktat economici da far tremare i polsi, sotto il ricatto di una ennesima tranche di credito "salvavita" da erogare. La missiva firmata Trichet e Draghi imponeva minuziosamente il come (decreto legge), il quando (entro fine settembre) e soprattutto il cosa della manovra correttiva poi effettivamente approvata. Si parlava di aprire le porte a privatizzazioni su larga scala dei servizi pubblici locali, chiaramente in rotta di collisione con l'esito del referendum dello scorso giugno, che a furor di popolo aveva disinnescato il decreto Ronchi sulla privatizzazione obbligatoria dei servizi idrici. Della serie, lasciamoli giocare alla democrazia. Poi tanto le decisioni vere le prendiamo comunque noi, i re dei banchieri. Noi che a suon di lettere segrete ci permettiamo di prendere a sassate i diritti dei lavoratori, dei pensionati e dei dipendenti pubblici. Senza battere ciglio, senza dibattito, senza nemmeno un Porta a Porta annacquato a cui dover rendere conto. Il tutto in un cocktail vertiginoso di misure di cui, almeno in parte, si potrebbe anche discutere l'opportunità (per esempio in tema di indicatori di qualità per il pubblico impiego); ma che invece, contrabbandate in questo modo clandestino e subdolo, fanno indiscriminatamente gridare allo scandalo.
Il mio personale sconforto è poi sublimato con la lettura delle reazioni dei politici nostrani. Il ministro Sacconi è sembrato quasi volersi togliere un peso dal cuore, nel confermare l'origine eterodiretta dell'art.8 della manovra, quello che autorizza i contratti aziendali a derogare non solo i contratti nazionali, ma anche lo statuto dei lavoratori: "Le richieste della Bce erano e sono coerenti con l'art. 8 della manovra. Nella lettera non si fa espressamente riferimento alla modifica dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, ma indirettamente sì, con il termine inglese dismission.". Non meno indecorosi sono i silenzi imbarazzati di Nichi Vendola, che solo pochi mesi fa si era prodotto in elogi sperticati al governatore Draghi, co-estensore di questo dettato neoliberista che sicuramente avrà trovato consensi unanimi nell'elettorato di Sel (giusto Nichi?). Romano Prodi si limita a definire la lettera della Bce un "atto dovuto", mentre Enrico Letta nemmeno riesce a contenersi, azzardando che la sparata di Draghi e Trichet dovrebbe diventare un caposaldo del programma elettorale del Pd.
In tutto l'arco parlamentare sembra mancare una voce veramente critica nei confronti dello strapotere della Bce, il mostro giuridico a cui l'Italia e gli altri paesi dell'Eurozona hanno delegato la propria sovranità monetaria. Un organo che detiene il potere pubblico più forte d'Europa (quello cioè di stampare gli euro) ma che lo esercita senza alcun controllo democratico né alcun obbligo di trasparenza. La stessa istituzione, sempre con il ricatto del rubinetto del denaro che lei sola è in grado di azionare, oggi stesso ha spogliato la Grecia di altri 30mila dipendenti pubblici. Sembra tutto diabolicamente coordinato, ogni mossa parte di un disegno mirato al graduale smantellamento dell'intervento degli stati nell'economia. Con il consorzio delle grandi banche private - azioniste indirette della Bce e creditrici degli stati Ue - impegnato a succhiare più ettolitri di sangue possibili dalle casse statali, e a liberare sempre nuovi settori chiave per la nostra sopravvivenza all'egemonia dei privati e alle delocalizzazioni senza regole (ieri l'impresa manifatturiera, oggi l'acqua e le pensioni, domani la scuola, dopodomani la sanità...).
Ogni giorno apro internet e i giornali alla ricerca di una scintilla di speranza. Un catalizzatore che sappia unire le forze dei cittadini europei contro questo furto dei diritti, in favore di una nuova Europa. Un'Europa dove anche certi nostri stili di vita drogati dal petrolio e dalla finanza e in futuro non più sostenibili siano destinati a ridimensionarsi (dai viaggi ai consumi energetici). Ma dove resti un bastione invalicabile fatto di dignità del lavoro, di accesso alla salute, all'educazione e alla cultura. Per tutti. Su questo sacrario di uguaglianza sostanziale nessuna oligarchia bancaria dovrebbe permettersi di sputare. Per chi non l'avesse ancora capito, la nostra piazza Tahrir è a Francoforte.      

15 commenti:

  1. ma questo bastione invalicabile fatto di dignità non dovrebbe essere eretto per lo meno in parte anche dal Sindacato di questo blog???????

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  2. in parte lo stiamo facendo. il dibattito e la riflessione sull'argomento è aperto.

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  3. Se lo scopo di questo blog è di stimolare, aiutare a riflettere, discutere, trovo che l'obiettivo sia centrato in pieno. Parafrasando vorrei fare i... complimenti per la trasmissione!
    Lasciando da una parte i tanti punti di accordo, tra i quali la necessità di un cambiamento epocale di stile di vita e di consumo di ciascuno di noi, vorrei concentrarmi sull'aspetto di economia contenuto nel testo, per quanto le mie informazioni e il mio bagaglio culturale consentano. Ho qualche perplessità nel catalogare in maniera così categorica i buoni e i cattivi, i diritti violati e le sovranità limitate. Tutti sappiamo che ad oggi (e come ammiratore di Schumann, De Gasperi e Spinelli vorrei sottolineare ad oggi) l'Europa è stata in grado di costruire solo una unione monetaria. La difficoltà a pensare ed agire politicamente non solo su temi di politica economica ma anche di politica estera è evidente (ogni riferimento alla Libia è chiaramente voluto). Impegnarsi a costruire l'Europa vuol dire però impegnarsi ognuno all'interno della propria casa ad atti, politiche, comportamenti coerenti con l'obiettivo da raggiungere. Non è questo quello che ha fatto la Grecia taroccando i conti e caricando sul settore pubblico una percentuale di spesa non sostenibile in nessuna parte del mondo, tantomeno in un'area dove vige una unica valuta. Ho visto con interesse il documentario richiamato in altro articolo di questo blog sulla crisi greca (Debtocracy) e mi restano perplessità. Dov'erano i docenti universitari quando i politici greci (ex governo) presentava bilanci falsi? Dov'erano gli indignados ellenici quando il parlamento votava nuove spese e posti di lavoro pubblici o quando destinava per legge una pensione a vita per le donne non sposate come indennità di mancato matrimonio? Qualcosa non quadra. E' chiaro che un paese non può essere strozzato con cure che non può sostenere, tanto più se quel paese ha ci ha dato la filosofia e l'arte, Socrate, Fidia e l'Agorà. Ma una presa di coscienza collettiva sui propri errori credo sia fondamentale. E così veniamo a noi. Lo stesso discorso vale per l'Italia. Qualcuno si ricorda di quando due anni fa molti (tra cui la CISL) parlavano di tesoretto da spendere? Per caso non si stava sottovalutando il problema debito per illudere l'opinione pubblica (chi ci cascava) che magnifiche sorti e progressive erano alle porte? Ognuno di noi credo desideri lasciare ai propri figli qualcosa, se non altro l'esempio e una condotta morale tale da farci ricordare in maniera degna. Lasciare un debito enorme di cui principalmente loro pagheranno le conseguenze non ci catalizzerà le simpatie dei posteri. Per concludere: Grecia a Italia, per motivi diversi, hanno contribuito attivamente a farsi mettere spalle al muro e nessuna delle due ha purtroppo oggi la credibilità e una classe dirigente tale da opporsi a politiche fiscali e costituzionali fatte sotto dittatura della BCE. Perché in sistemi bilanciati il potere di certe istituzioni aumenta a dismisura quando la forza delle altre comincia a declinare in maniera eccessiva. Ripassare la storia, rinnegare gli errori passati e iniziare a cambiare da noi, qui ed ora, sono i presupposti per poter cominciare a rialzare la testa.
    adb

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  4. …….”CHI CERCA RIMEDI ECONOMICI A PROBLEMI ECONOMICI
    E’ SU UNA FALSA STRADA…la quale non può che condurre che ad un precipizio.

    Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale.”
    Luigi Einaudi

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  5. “COME SI PRODUCE LA PRECARIZZAZIONE....”
    ...l'attuale situazione, purtroppo è figlia dei tempi odierni dove la rappresentanza sindacale è stata fin troppo autoreferenziale, con troppa superficialità ha infatti acconsentito alla precarizzazione del lavoro giovanile senza curarsi che al contempo si procedesse all'adeguamento indispensabile degli ammortizzatori sociali. Tanto che al momento un lavoratore a progetto non ha alcuna tutela rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Infatti in caso di crisi aziendale questi rischiano sempre più spesso di vedersi negato il giusto salario concordato. Risibile è poi la cosidetta indennità di disoccupazione a cui di fatto è impedito l'accesso con le regole attuali.
    Per non parlare poi dell'impossibilità di poter salvaguardare i propri versamenti previdenziali, visto l'attuale esclusione dal fondo di garanzia riservato ai soli lavoratori dipendenti.
    Grazie anche ad una CASTA POLITICA inadeguata non si è saputo e/o voluto costringere le banche a non discriminarli, visto che ad essi viene negato l'accesso al credito solo perchè lavoratori a tempo determinato. E' così che a questi giovani lavoratori precari gli viene negato di fatto la possibilità di poter stipulare contratti d'affitto...visto 'attuale discriminazione in atto nel settore.
    Provare per credere. E' Così che si produce la precarizzazione sociale dei nostri tempi!!!

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  6. ...bello questo blog...come piazza virtuale..di discussione....che sia un segno di maturità della democrazia?

    bello l'impegno ed il taglio sociale....confrontarsi con altri temi fa bene...allarga gli orizzonti, senza però dimenticare di essere un SINDACATO che ha bisogno di difendere i lavoratori, i precari ed i dispccupati!!!! Non si cada nell'errore di fare solo questo (parlare dei temi sociali) ma di non fare la difesa degli interessi dei lavoratori. Per favore non copiate le BANCHE che vendono di tutto, ma non sono più banche perchè negano il credito: SONO UN PRECARIO FRUTTO DELLA "PRODUZIONE della PRECARIZZAZIONE" a me chi mi difende?

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  7. BANCHIERI, bankers o BECCHINI?

    Oggi come allora, i centri transanzionali del potere economico esistono sul serio, così come ricorda Cossiga nel libro "FOTTI IL POTERE" ( a pag.53) dove dice:.."nel '92, a bordo del Britannia, lo yacht di Elisabetta II quel giorno ormeggiato al largo di Napoli, avvenne l'incontro tra i finanzieri anglo-americani e i funzionari del Tesoro Italiano guidati da Mario Draghi per mettere a punto i dettagli della colossale operazione di privatizzazione della nostra industria e del nostro sistema creditizio".
    Era l'inizio della stagione di "mani pulite"...

    lo stesso che dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs, la banca che ha aiutato la Grecia a taroccare i conti per entrare in Europa....oggi è lo stesso ad imporre nuove privatizzazioni....come prossimo Governatore della BCE. Di certo è solo un caso.

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  8. MORIRE PER MENO DI 4 EURO ALL'ORA

    Succede non in Cina ma a Barletta, perchè
    chi è un addetto ai lavori: politici, sindacalisti, imprenditori...non si accorgono
    di cosa ci dice la realtà?

    Questo è un macigno sulla ns. coscienza

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  9. in mezzo a tutti questi bei discorsi, voglio vedere che contratto andremo a firmare il prossimo anno.. pronti a calare le braghe....??

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  10. Ma solo ora vi accorgete di cosa incombe?

    Sono ancora una iscritta Cisl solo per il mio rappresentante sindacale, che si "sbatte" dalla mattina alla sera in azienda a difendere i colleghi, non certo per Bonanni o per la struttura che sia territoriale, regionale o Nazionale che trovo troppo compromessi con il potere (sia di governo che di questa opposizione) e succubi di questa finanza predatoria.
    Emigrare per non Morire sotto le macerie per meno di 4 euro all'ora è solo una logica conseguenza a questo sistema per i ns. giovani!!

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  11. TRA IL DIRE ED IL FARE C'E' DI MEZZO (IL MALE)

    Perchè vi riempite la bocca sulla necessità di una democrazia economica, ma poi vi guardate bene di perseguirla?

    E' ben singolare che gli operai americani siedano nel consiglio di amministrazione della Chrysler (quali rappresentanti del loro fondo pensioni)con Marchionne, senza che nessuno si scandilizzi, e che sia assodato che i rappresentanti dei lavoratori in Germania siedano nei consigli di amministrazione delle aziende, mentre da noi vi guardate bene di perseguire questo risultato?

    Non è grave che nelle ns. banche si eviti accuratamente questo argomento? Nonostante che Passera si sia detto disposto a questo passo? E che Unicredit abbia i requisiti quale grande gruppo Europeo per essere oggetto della direttiva europea che impone alle aziende di queste dimensioni di avere rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione e nei consigli di sorveglianza?
    Perchè ci condannate ad essere lavoratori di serie B rispetto ai lavoratori Americani e tedeschi? Ma come crediamo di fermare le esternalizzazioni, le riorganizzazioni con le cicliche espulsioni dei lavoratori dalle ns. aziende se deleghiamo a pochi azionisti rappresentanti di lobby il ns. futuro? Non basta più parlare è giunto il momento di praticare questa benedetta democrazia economica!!!

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  12. Diogene e la lampada14 ottobre 2011 alle ore 23:58

    LE 3 SCIMMIETTE: NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO.

    Abbiamo creduto alla favola, che la politica doveva uscire dalle banche perchè se no queste erano clientelari? che la finanza doveva essere senza regole, perchè questa si autoregolava da sè? e che sarebbe stato il mercato ad autoregolamentarsi? Il risultato? Abbiamo politici come Obama e la Merkel che ci dicono che non possono fare nulla mentre La finanza è in mano a pochi speculatori che stanno impoverendo Nazioni e popoli interi?!!
    Suoniamo le trombe di Gerico!!! Forse qualcuno si sveglierà ed aprirà gli occhi.

    La Politica ritorni a regololare questa Finanza che è solo speculativa e che sta strozzando l'economia reale.

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  13. IL GIOCO DELL'OCA

    A - 1992- le banche vengono privatizzate infatti non possono rimanere in mano allo stato, perchè sono aziende come tutte le altre, devono fare profitti, devono essere di privati azionisti, che devono guadagnare...

    B- La stampa in mano ai grandi gruppi finanziari, da addosso ai politici, la politica deve uscire dalle banche perchè se no queste sono clientelari...la finanza ed i mercati si autoregolamentano da soli....

    c- La finanza non ha più controlli, perchè la politica è uscita dalle banche...le banche sono private, non sono più collegate al territorio...nascono le grandi banche...

    d - Le banche scollegate da vincoli e lontane dal territorio iniziano a rastrellare la liquidità, raccolgono e speculano in manovre finanziarie, non impiegano più il denaro per finanziare le aziende e le famiglie, speculano sulle commodities, fanno trader, costruiscono obbligazioni spazzatura, ci sono le prime truffe sui collocamenti (bond cirio, parmalat, Argentina)

    e - Spostano la ricchezza, inizia la crisi, si impoverisce la classe media, introducono Basilea 1, poi Basilea 2, dicono che serve per rendere più sicuro il ritorno dei finanziamenti prestati.

    f - Inizia la difficoltà dell'accesso al credito, le famiglie e le aziende hanno difficoltà ad accedere al credito: ed il credit crunch!

    g - Le banche avendo impoverito le famiglie, depresso i consumi, negato il credito alle aziende per Basilea 1 e 2, iniziano a perdere, perdono sulle speculazioni e sulle operazioni di trader, sulle obbligazioni spazzatura, non riescono più a finanziarsi tra loro sull'interbancario: INIZIA la crisi del 2007!!!

    h - Le banche per non saltare vanno dai politici e gli dicono che sono ostaggio loro, se vogliono mantenere la pace sociale devono rifinanziare le banche. I governi finanziano le banche, senza chiedere di controllare le banche...

    i - i governi, gli stati e le Nazioni si indebitano per salvare le banche, crescono i deficit ed i disavanzo degli stati.

    l - La speculazione finanziaria senza più controlli in mano a sconosciuti grandi gruppi finanziari, specula sugli stati e le loro obbligazioni emesse per finanziare welfare, pensioni e sanità. E' l'inizio della guerra non fatta con i cannoni, ma con la speculazione finanziaria.

    m - I governi, gli stati, i popoli e le Nazioni sono in difficoltà, vengonono tagliati gli investimenti, tagliati i servizi, il welfare, le pensioni, la scuola...

    n - Le 3 sorelle (le agenzie di rating) Fitch, Moody's, Standard & Poor's bacchettano gli stati e le nazioni, se non fanno politiche di bilancio restrittive rischiano il fallimento...si deprimono i corsi di borsa, i consumi, di nuovo le banche non si prestano tra loro i soldi, c'è di nuovo la crisi di liquidità del sistema...

    o - Siamo TORNATI di nuovo " AL VIA" come all'inizio della crisi, ANZI STIAMO PEGGIO dell'inizio della crisi, ed abbiamo seguito i consigli dei bankers, delle banche centrali, delle agenzie di rating, dei professori universitari, dei giornalisti dei giornali di proprietà dei grandi gruppi finanziari...

    ma se si tornasse a fare politica? e la politica rientrasse nelle banche? e se il lavoro umano ed il diritto ad una occupazione tornasse ad essere la vera unità di misura del PIL delle ns. Nazioni?!? Ma se la banche tornassero a fare banca?

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  14. Il Re è nudo, sei un grande

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    1. FOTTI IL POTERE...

      (nb:dal libro di Cossiga pag.52)si legge:
      " ...i banchieri hanno nel Council on Foreign Relations, nel gruppo Bilderberg e nella Trilaterale i loro centri di potere più influenti.
      Del primo, nato nel '19, tra gli altri fanno tradizionalmente parte anche i segretari di Stato Americani. Il Bilderberg, costituito nel '54, riunisce i migliori cervelli della politica, dell'accademia e della finanza di scuola liberal-liberista. La Trilaterale, fondata nel '72 dal superpetroliere David Rockefeller e dall'influente ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Carter Zbigniew Brzezinski accomuna i vertici del potere statunitense, europeo e giapponese ed è universalmente considerata il centro di prima elaborazione delle politiche che saranno poi seguite dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale."

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(si prega la sintesi)