martedì 25 ottobre 2011

Sia benedetta la Tobin Tax


La tassa sulle transazioni finanziarie non è un'idea nuova. Il mantra del prelievo sulla circolazione di azioni e derivati andava per la maggiore in ambienti "no-global" già ai tempi del G8 di Genova. Col passare degli anni e l'esplodere della crisi finanziaria, però, la causa ha trovato sempre nuovi adepti, scalando a grande velocità i piani dei palazzi del potere. La scorsa estate si erano espressi in favore della cosiddetta Tobin Tax i governi di Francia, Germania e perfino la Commissione Europea. Ieri al carro dei riformatori si è aggiunto uno sponsor pesante: il Vaticano; che in un documento del Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace ha parlato di "effetti devastanti delle ideologie neoliberiste", lasciandosi andare a una serie di proposte mirate alla correzione delle disuguaglianze economiche crescenti a livello globale. Alcune delle ricette dei porporati sono da classificare nell'ambito delle belle utopie (come la creazione di un governo democratico mondiale del pianeta Terra), altre invece suonano molto più operative e politicamente schierate, come appunto la Tobin Tax.


Per redigere il documento, il Vaticano si è affidato all'economista romano Leonardo Becchetti, che da tempi non sospetti ha fatto della battaglia in favore della tassa sulle transazioni finanziarie uno dei suoi principali oggetti di studio. In particolare Becchetti è attivo nel rintuzzare la principale critica mossa dal fronte contrario alla Tobin (capeggiato in Europa dalla solita Bce, dalla Gran Bretagna e dall'Olanda). La critica è ovviamente quella legata alla interconnessione profonda dei mercati finanziari, che consente oggi ai trader di spostare un investimento da una piazza borsistica a un'altra al tempo di un semplice click. Postulato: una tassa di questo tipo o è globale oppure è soltanto dannosa, con l'unico effetto tangibile di spostare i soldi degli investitori da un posto a un altro. In realtà, sostiene Becchetti, lo stesso Fondo monetario internazionale ha accertato che la Borsa di Londra ha già in funzione da anni una tassa molto alta (0.5%) sugli acquisti di azioni sulla piazza britannica; gettito interamente utilizzato dalla stessa Borsa londinese per autofinanziarsi. Quindi l'ostilità di Cameron & C. rispetto alla Tobin Tax sarebbe non ideologica ma solo sciovinista (le nostre tasse della City restano nella City, non le spediamo certo in Europa). Becchetti replica anche all'accusa di Trichet per cui l'introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie sarebbe un atto di vandalismo, come gettare sabbia negli ingranaggi di un motore. L'economista vaticano replica che in casi estremi un po' di sabbia non può altro che far bene. E per spiegarsi cita l'esempio della deregulation del governo americano negli anni 90 applicata al mercato immobiliare: in quel caso la "rimozione della sabbia", ovvero l'abolizione della tassa sui passaggi di proprietà immobiliare, ha tolto alla speculazione ogni freno inibitorio, alimentando la bolla dei mutui spazzatura (con il 26% delle transazioni immobiliari, alla vigilia del big bang della crisi, effettuate non a fini abitativi ma solo per rivendere, ricomprare e rivendere). Magari con un po' di sabbia in più negli ingranaggi il bilancio della Lehmann Brothers sarebbe rimasto un tantino più sotto controllo.
Il Becchetti pensiero precisa che con il gettito di una imposta con aliquota fra lo 0.01 e lo 0.1% l'Europa potrebbe far rifiatare i bilanci pubblici, rilanciare le politiche sociali e posare la prima pietra di un nuovo ordine economico globale, non più schiavo della speculazione finanziaria. Altri mattoni dovrebbero naturalmente aggiungersi, a partire dalla messa al bando del trading effettuato dalle banche in prima persona. Ma una Tobin europea non sarebbe affatto male come primo guanto di sfida da lanciare al sistema.
P.S. Mentre in Europa tutti i governi si sono schierati, e perfino il Vaticano e il Partito democratico hanno sposato la tassa sulle transazioni finanziarie, quando mai il governo Berlusconi troverà il tempo per dire qualcosa di chiaro sull'argomento?     

1 commento:

  1. la prima volta che ho sentito Becchetti parlare di un'imposta sulle transazioni finanziarie era il 1998, e mi aveva convinta, se ci fosse stata l'opportunità di provarla ... a quest'ora forse avremo se non qualche problema in meno, per lo meno qualche risorsa in più ...

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