martedì 20 novembre 2012

Standard and Poor's condannata



E' successo 10 giorni fa a Sidney. Con una sentenza dalla portata storica, la giudice federale Jayne Jagot ha condannato la più famosa agenzia di rating a risarcire 13 comuni australiani. La class action era stata promossa dopo che il consorzio di enti locali aveva perso il 93% del capitale investito in un prodotto derivato, sottoscritto con la banca olandese Abn Amro e certificato da Standard and Poor's col massimo dei voti (tripla A).

I 13 sindaci della terra dei canguri hanno chiamato sul banco degli imputati la banca, l'agenzia di rating e l'intermediario australiano che aveva venduto loro il prodotto al dettaglio. Fra Davide e Golia, il tribunale di Sidney ha dato ragione al primo, ovvero ai piccoli municipi, che si sono visti accordare un risarcimento di 24 milioni di euro: l'intero capitale investito più gli interessi. Standard and Poor's invece è stata condannata per non aver fornito al pubblico informazioni corrette riguardo i rischi enormi collegati alla scommessa finanziaria. Mentre l'agenzia abituata a dare i voti a tutto e a tutti schiuma rabbia e annuncia il ricorso, i 13 comuni risarciti fanno festa pensando all'ossigeno in arrivo per i servizi pubblici da garantire ai cittadini. Gli addetti ai lavori dicono che, se confermata nei gradi successivi, questa sentenza potrebbe fare scuola, invitando altri enti locali sparsi per l'occidente a seguire l'esempio australiano. Lo stesso prodotto tossico di Abn Amro era stato venduto in Europa per un ammontare pari a 1,6 miliardi di euro. Soldi persi dai risparmiatori pubblici e privati; soldi che dopo la sentenza proveniente da Oltreoceano potrebbero essere chiesti indietro a suon di citazioni in giudizio.
  

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