domenica 18 marzo 2012

Voglio sapere chi è stato


L'agenzia di stampa economica Bloomberg ci ha regalato una notizia non da poco. La notizia è che lo stato italiano è pieno di derivati (cioè di scommesse finanziarie con le banche) che stanno andando malissimo per la nostra nazione. Uno di questi derivati è stato chiuso dal governo la settimana scorsa con il pagamento all'istituto americano Morgan Stanley di 2,5 miliardi di euro. Ma questa è solo la punta dell'iceberg, visto che a oggi l'esposizione totale dello stato italiano nei derivati è di 25 miliardi. E io vorrei sapere chi è stato.



Stando all'articolo di Bloomberg, riportato un po' in sordina dai nostri quotidiani, il grosso dell'esposizione dell'Italia con le banche nel ramo derivati si è originato a metà degli anni 90. Ma la metà degli anni 90 è un'indicazione un tantino generica, visto che proprio in quel lasso di tempo si sono alternati sia governi di destra che tecnici che di sinistra. Sarebbe quindi interessante approfondire la vicenda con la lente di ingrandimento (quali governi? quali anni? quali importi?), per inchiodare alle loro responsabilità i ministri che si presero tale licenza. Già, perché qui non si parla del derivato capestro sottoscritto dallo sprovveduto sindaco di campagna. Qui si parla dei vertici della macchina statale, e in ballo ci sono numeri da capogiro. Basti pensare che l'importo del solo derivato appena chiuso con Morgan Stanley equivale alla metà del gettito previsto dall'aumento dell'Iva deciso dal governo Monti per il 2012. Specialmente in questi periodi in cui la stigmatizzazione dei comportamenti ai danni dell'erario è tornata fortunatamente di moda, sarebbe interessante capire chi ebbe la brillante idea di sottoscrivere negli anni 90 il derivato, per esempio, con Morgan Stanley. Quello appena liquidato dal governo. Si trattava di una scommessa legata all'andamento del tasso di interesse sui titoli di stato tedeschi, i famosi Bund. L'agenzia Bloomberg riporta che in un primo tempo questo strumento sembrava un buon affare, e in effetti l'Italia vantava degli attivi nei confronti della banca. Ma quando l'andamento dei tassi è cambiato e il Bund ha cominciato a scendere vertiginosamente, è stata la banca statunitense a cantare vittoria. Pensate che l'ultimo bilancio di Morgan Stanley riporta 700 milioni di dollari di attivo: quindi sono stati determinanti per far girare l'anno in positivo al colosso di Wall Street i 3 miliardi di dollari di scommessa incassati dall'Italia. E' l'ennesima conferma di come il vero businness delle grandi banche sia diventato l'azzardo speculativo per non dire la truffa verso la collettività, piuttosto che un uso assennato della leva creditizia.
Tommaso Giani

Per saperne di più: l'articolo a riguardo del Corriere della Sera 

1 commento:

  1. Vado fuori tema...cosa pensate dell'accordo sul lavoro? Bonanni dice che è un buon accordo nonostante sia contemplata la possibilità di licenziare un lavoratore senza giusta causa con un indennizzo di 15 mensilità (come è noto i 50/60enni in Italia ritrovano facilmente un'altra occupazione). A prima vista sembra il degno coronamento della riforma pensionistica. Se il parlamento deve ratificare senza battere ciglio i decreti del governo e i partiti e le parti sociali devono prendere ordini dal Colle e dal governo, siamo proprio sicuri di vivere ancora in una democrazia? Sarebbero gradite vostre oneste considerazioni.

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