sabato 3 settembre 2011

Mi fido di te

A me più della crisi economica fa paura la crisi relazionale. Quella che ci rende diffidenti l'uno dell'altro, che ci fa chiedere ai politici ronde notturne anziché centri di aggregazione, che inaridisce le nostre relazioni di vicinato, che ci fa vedere stupratori e pedofili a ogni angolo della strada, che ci fa rinchiudere e blindare in noi stessi, che insomma ci impoverisce non meno delle manovre lacrime e sangue di Tremonti.
L'anno scorso ho lavorato come maestro nella scuola elementare di Vicarello (Li). Mi ha fatto impressione vedere in un paese così piccolo e tranquillo i bambini di tutte le classi (anche di quarta e quinta) rigorosamente accompagnati e prelevati dai genitori, all'inizio e alla fine delle lezioni. Vent'anni fa non era così. I genitori miei e dei miei compagni ci lasciavano liberi già in quarta. Liberi di camminare per Pontedera, non per Vicarello. Liberi di sentirci a casa nella nostra città, a proprio agio fin da piccoli negli spazi comuni. E il traffico c'era già allora. E l'ambiente urbano di oggi in confronto agli anni 90 non è così irriconoscibile. Il problema è che siamo cambiati noi.
La crisi relazionale va affrontata a suon di piccole azioni quotidiane. A partire dal ciao col sorriso offerto al condomino incredulo sulla tromba delle scale, fino alle piccole richieste e offerte di aiuto da rivolgere allo sconosciuto che ti passa davanti sulla strada di casa. Ci vuole coraggio, bisogna mettersi in gioco, a volte può arrivare un rifiuto secco e imbarazzato. Ma spesso di risposta arrivano dei clamorosi "sì": timidi, minuscoli, ma potentissimi; capaci di innescare catene solidali e di sovrastare anni e anni di false paure e di telegiornali terroristi. Attorno a centri di socializzazione come una scuola si potrebbero organizzare fra le famiglie dei piccoli sistemi di banca del tempo, per scambiarsi a costo zero i servizi che ognuno di noi sa fare meglio. Basterebbe la buona volontà di un gruppetto di genitori e insegnanti, la forza di partire, di mettere dei volantini, di indire una riunione, e il resto verrebbe d'inerzia. Perché quando ricominciano le scuole non ci proviamo? Se progetti del genere riuscissero a decollare, ci accorgeremmo di quanto in questi anni la dipendenza dal denaro ci ha fregato, assoggettandoci all'assioma "compro dunque sono". Siamo diventati miopi davanti a tutto il ventaglio di beni e servizi che sarebbe possibile acquisire fuori dal mercato: quello che succederebbe diventando amici, scambiandoci il nostro saper fare.
Pensate a cosa potremmo fare in ambito di trasporti. Per i tratti di strada di pochi chilometri avete mai provato ad appostarvi al semaforo, approfittando del rosso per chiedere un passaggio dalla frazione al centro città agli automobilisti fermi? Io a volte ci provo, e vi assicuro che è divertentissimo. La gente non è abituata a sentirsi fare richieste di condivisione. All'inizio ti squadrano con occhi super-sospettosi. Ma se vincono lo shock iniziale e decidono di imbarcarti, allora il ghiaccio si scioglie quasi subito. E alla fine dei tre chilometri, il più felice del viaggetto in autostop diventa chi l'ha offerto, non il sottoscritto che l'ha scroccato.
Per condividere i viaggi più lunghi abbiamo inoltre l'arma formidabile di internet. I tedeschi come sempre l'hanno capito molto prima di noi, allestendo un sito dove offerte e richieste di viaggio in auto si possono incrociare. Il tabellone dei viaggi offerti online all'interno della Germania è fitto quasi come un orario dei treni. Ogni giorno ci sono collegamenti da e verso tutte le città più importanti. L'autista è contattabile tramite e-mail per fissare il luogo e l'ora precisa dell'incontro: poi, una volta scambiate mail e numero di telefono, il gioco è fatto e il prezzo del viaggio crolla. Ora quello stesso sito ha sviluppato un dominio italiano (www.passaggio.it), che seppur timidamente sta muovendo passi importanti. Le offerte più vantaggiose sono ovviamente quelle verso la Germania, visto che gli utenti teutonici sono in maggioranza schiacciante: per esempio un Firenze-Monaco a 25 euro si trova disponibile tutte le settimane. Ma anche sulle direttrici nazionali (Milano o Verona-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) si cominciano a trovare settimanalmente offerte interessanti. Sta a noi ampliare il ventaglio, iscrivendoci al sito e segnalando il nostro percorso ogni volta che prendiamo la macchina per un tragitto lungo. I sindacalisti che viaggiano per lavoro interamente spesati potrebbero addirittura offrire l'autostop in omaggio. Dai ragazzi, diamoci una mossa.  
        
 http://www.youtube.com/watch?v=LvG12qnnY_g

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