giovedì 8 settembre 2011

Caro Bonanni ti scrivo



C'è un ministro della Repubblica che, per dileggiare lo sciopero generale dell'altro ieri, paragona i sindacalisti della Cgil a un gruppo di suore apparentemente violentate ma in realtà consenzienti. Ovvero, la mancanza di rispetto più totale per la controparte sindacale, unita a una ironia greve e sessista. Il che basterebbe eccome per sentirsi sdegnati. Peccato che per gli iscritti alla Cisl ci sia un boccone di fiele supplementare da mandare giù: la presenza, accanto al ministro "la sai l'ultima", del segretario Raffaele Bonanni. Un Bonanni straniato e indifferente di fronte alla bordata anti-sindacale e anti-femminile di Maurizio Sacconi.
Un Bonanni che evidentemente non si è sentito in dovere di prendere le distanze, né tantomeno di censurare la battuta offensiva del vicino di scrivania. Un Bonanni inaccettabile secondo una sindacalista toscana della Fiba-Cisl, Bruna Massa, che al contrario del suo segretario generale non sembra difettare di tempismo e sincerità. Bruna infatti ha preso carta e penna (o meglio, mouse e tastiera) e ha scritto al suo impassibile numero 1 la lettera che qui sotto pubblichiamo.    

Caro Raffaele,
ogni giorno come delegata sindacale di base sono chiamata da colleghe e colleghi a spiegare, ma molto spesso anche a giustificare, il perché e il percome di tue dichiarazioni pubbliche. Come segretario provinciale mi confronto con il direttivo territoriale e con i segretari delle altre sas aziendali che ugualmente faticano a capirti. Anche nella segreteria regionale Toscana della Fiba affrontiamo spesso il tema e cerchiamo di individuare il percorso lungo il quale stai guidando la nostra organizzazione, e spesso l’ultimo appiglio per non contestare quello che fai e che dici rimane: ‘dal suo punto di vista ha probabilmente più elementi di me per capire’, e nel mio essere cislina da prima della prima tessera, anzi da prima del primo lavoro, mi tengo qualche privato dubbio pur condividendo pubblicamente le tue scelte e le tue impostazioni.
Questa volta invece sono proprio io che non ti capisco: eri li, hai il quadro della situazione più di me, spero. Siamo in una situazione dove occorre l’impegno unito di tutti per uscirne se possibile vivi, e tu di fronte a un’offesa all’altra metà del cielo, alla mia metà del cielo, resti in silenzio?
Mi era già andato giù male l’invito a non partecipare alla manifestazione - che si teneva come piace a te di domenica - delle donne di ‘se non ora quando’, anche in quell’occasione offese da un componente del governo in carica. Almeno in quell'occasione tu non c’eri. Ma questa volta eri proprio li: potevi, dovevi difenderci in qualche modo.
E non dire che è solo una barzelletta, sono anch’io una folle raccontatrice di storielle, a casa, tra amici sempre con il ritegno di non usare parole che udite da una bambina o da un bambino potrebbero scandalizzarlo. E comunque le barzellette non sono metafore, non sono una forma di comunicazione adeguata a contesti seri: sono una comunicazione da osteria, da vacanze, da fuori orario. Averle fatte entrare nella comunicazione politica denota una miseria di contenuti che speravo di non dover mai incontrare. E tu eri li.
Prima di salutarti ti chiedo un’ultima cosa: guardati intorno, ascolta le donne e gli uomini iscritti alla Cisl. Prendi fiato, conta fino a cento prima di parlare, ma poi parla; e fai sentire una proposta seria, condivisa da tutta l’organizzazione. Non inseguire le mutevolezze di chi dovrebbe guidare il paese. Proponi una strada diversa, con al centro le donne e gli uomini che come partecipanti di una grande Cisl chiedono di essere rappresentati da te. Siamo noi, quelle donne e quegli uomini, che per vivere fatichiamo ogni giorno e ogni ora. E che sicuramente non meritiamo certe offese.
Con affetto
Bruna Massa
Iscritta Cisl per sempre
p.s. ma se non serve a niente cosa l’hanno messo a fare quell’articolo 8 nella manovra?

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