martedì 16 agosto 2011

L'avvocato dei diritti umani

La sede del Gruppo Protezione Diritti Umani di Kharkiv e' un bugigattolo semiclandestino di via Ivanova. Per accedervi bisogna avventurarsi dentro un cortile interno labirintico, e chiedere ripetutamente informazioni ai residenti in entrata e uscita dai portoni. Il locale al piano terra e' spartano e senza pretese. Ma l'apparenza inganna,
perche' in realta' dentro queste tre stanze si muove una squadra di legali di caratura internazionale. Il coordinatore del Gruppo, tanto per dare un'idea, fa parte del team di avvocati che in queste settimane sta curando la difesa di Julia Timoshenko a Kiev. E' proprio con lui, con Arkadiy Buschenko, che stamattina ho la fortuna di parlare: un avvocato karkovita sulla cinquantina che, dopo essere cresciuto nei movimenti di dissidenza anti-regime, e' rimasto fedele alla causa dei diritti umani anche dopo la caduta del Muro. Si e' infatti specializzato nei ricorsi alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo di Strasburgo: una assise che comprende non solo i paesi dell'Unione Europea ma anche la maggior parte degli stati europei extracomunitari, fra cui l'Ucraina.
Fino a poche ore fa del tribunale di Strasburgo conoscevo a malapena l'esistenza. Adesso ci pensa Arkadiy a sverlarmene l'importanza cruciale. "Questa e' una corte unica al mondo, in quanto puo' essere attivata direttamente dai singoli cittadini degli stati firmatari della convenzione istitutiva. Il ricorso a Strasburgo si puo' presentare soltanto dopo aver esperito tutti i gradi della giustizia nazionale. A quel punto, se ancora la sentenza e' considerata dal cittadino ingiusta e lesiva dei propri diritti, si puo' attivare la Corte dei Diritti dell'Uomo. La Corte puo' giudicare il ricorso inammissibile, come puo' invece decidere di entrare nel merito della questione, emettendo una sentenza vincolante per lo stato coinvolto. Questa possibilita' di ricorso e' particolarmente preziosa in paesi come il nostro, dove il potere giudiziario ha grossi problemi di dipendenza nei confronti della politica, e ottenere giustizia in una controversia contro la pubblica amministrazione e' veramente difficile".
Entrando piu' nello specifico, le cause di cui si occupano Arkadiy Buschenko e i suoi ragazzi riguardano contenziosi fra singoli cittadini ed enti pubblici ucraini: la pietra del contendere puo' spaziare da casi di malasanita' ad abusi di potere in materia di riscossione dei tributi, fino a licenziamenti ingiustificati. "Da quando ho cominciato a occuparmi di questi ricorsi, in piu' di 50 casi il tribunale di Strasburgo ci ha dato ragione", snocciola soddisfatto l'avvocato. Il che vuol dire che lo stato e' stato condannato o a risarcire la vittima, oppure (in caso di licenziamenti contestati) a reintegrare il pubblico dipendente nell'organico. E il gioco funziona, anche perche' di fronte alle sentenze della Corte dei Diritti lo stato ucraino non si azzarda a disobbedire. I risarcimenti, cioe', arrivano puntuali.
Il piccolo ufficio di via Ivanova non puo' contare sulla simpatia degli organi di informazione ne' su un grosso battage pubblicitario. Tuttavia la sua reputazione si sta diffondendo grazie al potere del passaparola. "Ogni giorno da tutta l'Ucraina arrivano qui decine di persone a colloquio con noi - mi racconta Arkadiy - perche' la gente inizia a capire che andare a Strasburgo col nostro aiuto spesso e' l'unico modo di inchiodare il pubblico alle proprie responsabilita'". Ma le virtu' del Gruppo Protezione Diritti Umani di Kharkiv non finisce qui. Tutti i patrocini, infatti, sono esercitati a titolo gratuito. "I soldi per i nostri stipendi arrivano da altre fonti: fra i nostri finanziatori ci sono l'Unione Europea, il governo degli Stati Uniti e il fondo del magnate della finanza americana George Soros".
Il lavoro di Arkadiy e' cosi' apprezzato dagli addetti ai lavori da essere richiesto anche dalla ex premier in carcere Julia Timoshenko, anch'essa pronta a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nel caso probabile di condanna a livello nazionale (vedi post 14 agosto). L'avvocato si e' gia' reso disponibile, anche se dall'alto della sua apertura mentale non lesina critiche pubbliche neanche alla madrina della rivoluzione arancione. "Il grosso problema per noi ucraini e' il rapporto malato che abbiamo con la politica: troppo clientelare e assistenziale, poco lungimirante. I governanti degli ultimi anni, purtroppo, Timoshenko compresa, non hanno saputo svincolarsi da questo circolo vizioso. Si e' continuato a distribuire finanziamenti a pioggia invece di vedere cosa meritava di essere sostenuto maggiormente ai fini dello sviluppo, e cosa invece era meglio tagliare". Arkadiy ormai e' un fiume in piena. La mia visita a sorpresa dev'essere stata proprio di suo piacimento. Fatto sta che l'avvocato mi prende sottobraccio e mi porta a conoscere prima sua moglie, poi i suoi colleghi, e nel frattempo continua a dispensare pillole di saggezza meritocratica: "E' vero che in Ucraina soffriamo di chiusura rispetto al resto d'Europa. Ma la colpa e' anche dei nostri governanti. Quando ero giovane io, veramente i confini erano sbarrati. Oggi invece trovare i soldi per offrire le garanzie necessarie all'espatrio non e' impossibile. E lo stato dovrebbe fare la sua parte. Se fossi io al governo punterei tutto sull'educazione dei giovani: userei fondi dello stato per finanziare agli universitari dei periodi di studio all'estero, in accademie d'eccellenza, con l'incentivo a farli tornare, per mettere le loro nuove conoscenze al servizio delle nostre universita', dei nostri ospedali, delle nostre corti di giustizia". E' bello ascoltare Arkadiy Buschenko, e leggere nelle sue parole il pragmatismo ostinato di chi al bene comune ci crede veramente, lottando ogni giorno, giorno dopo giorno, a testa alta.         

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