lunedì 18 febbraio 2013

I nuovi schiavi europei



In Germania da alcuni giorni non si parla d'altro. E se pensate alle dimissioni di papa Ratzinger siete fuori strada. A scuotere l'opinione pubblica tedesca è stato piuttosto un documentario trasmesso dalla televisione di stato, che immortala le condizioni di lavoro a cui sono stati sottoposti 5mila lavoratori della Amazon nel periodo natalizio. Si tratta soprattutto di immigrati giunti dai paesi euromediterranei, soprattutto dalla Spagna: un esercito di disoccupati alla disperata ricerca di reddito, che nei mesi di novembre e dicembre si sono presentati nei centri di smistamento di Augusta e Costanza rispondendo a un annuncio di richiesta di personale da parte della più importante multinazionale americana di commercio on-line.

I due giornalisti tedeschi infiltrati sono riusciti a mescolarsi fra questi lavoratori interinali, incaricati di confezionare i pacchi postali da spedire ai clienti tedeschi che con un semplice click avevano appena comprato telefoni, tablet, televisori, computer e altro tramite Amazon come regalo di Natale. Ebbene, i filmati e le interviste raccolte dipingono un quadro vergognoso. A cominciare dalla paga, al di sotto dei 10 euro lordi l'ora, il 15% in meno di quanto pubblicizzato da Amazon negli annunci. Ma ormai i disoccupati spagnoli avevano fatto il viaggio, avevano in ogni caso bisogno di soldi, così il contratto l'hanno firmato comunque.
E alla truffa retributiva si aggiunge il regime quasi militare a cui erano sottoposti i lavoratori in trasferta: obbligati ad alloggiare in residence predisposti dall'azienda, stipati in camerate "alla cinese", sorvegliati giorno e notte da guardie private lugubri e riecheggianti sinistramente i connotati di un gruppo nostalgico neo-nazista. Anfibi, divise nere con un marchio e un acronimo caro ai naziskin teutonici, teste rasate, modi burberi e poteri discrezionali: a quanto pare più di un lavoratore è stato allontanato per semplici rimostranze nei confronti degli onnipresenti guardiani, oppure perché si era azzardato a lasciare una sera il dormitorio senza il permesso dei vigilantes. I dormitori fra l'altro non sempre erano così vicini al luogo di lavoro. Una lavoratrice spagnola, ex insegnante di storia dell'arte, precaria e disoccupata, ha dichiarato ai giornalisti di aver dovuto camminare fino a 17 chilometri prima di giungere al punto di raccolta dove i minibus dell'azienda passavano a prendere la manodopera.
Questa storia di sfruttamento, completamente sfuggita al radar dei sindacati tedeschi, è l'ennesima dimostrazione di come il peggioramento delle condizioni di vita in Europa (vedi politiche di austerity) stia abbassando continuamente l'asticella dei diritti dei lavoratori. Menomale che almeno il buon giornalismo d'inchiesta riesce ancora a risvegliare il senso civico della popolazione. La pagina Facebook della filiale tedesca di Amazon è da giorni bersaglio di critiche violente da parte dei cittadini telespettatori, molti dei quali annunciano un boicottaggio nei confronti del colosso americano che vende per corrispondenza.

Per saperne di più: leggi l'articolo del Corriere della Sera che riporta la notizia.

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