sabato 23 marzo 2013

Il paese-cooperativa


Fino a 20 anni fa Succiso era un paesino sfigato come tanti: sperduto sull'Appennino Emiliano, sempre più desertificato dallo spopolamento. Anche il bar e l'alimentari abbassarono la saracinesca negli anni 90, insieme alla scuola e all'ufficio postale. Dopodiché, un'idea rivoluzionaria ha dato il via al colpo di scena: il paesino è rinato, i negozi e gli abitanti sono tornati, insieme al turismo e agli encomi di giornali e tv nazionali. Il segreto del successo è stato il gioco di squadra: gli abitanti di Succiso si sono messi insieme, hanno formato una cooperativa e hanno riaperto bar e negozi tenendo la cassa in comune.



Le basi della ripartenza sono state eccezionalmente solide ed estese. Mettendo insieme le forze e i ricavi, il singolo negozio in difficoltà non rischia più la chiusura, potendo contare sul soccorso delle attività commerciali "sorelle" che attraversano un buon periodo. Negli anni il paese è riuscito a mettere insieme circa 30 soci, impegnati nelle attività più disparate: non solo negozi, ma anche servizi di pubblica utilità come il trasporto scuolabus. Il paese-cooperativa ha retto meglio di altri l'impatto della crisi economica: anzi, Succiso negli ultimi anni ha continuato a espandere le proprie attività: fra gli ingressi più recenti nella cooperativa ci sono stati anche allevatori e contadini. Nei giorni scorsi, grazie forse alla contemporanea visita-studio di un professore universitario giapponese, l'esperimento Succiso si è guadagnato l'attenzione del quotidiano La Repubblica, che ha dedicato al paese reggiano un reportage a tutta pagina, leggibile a questo link.

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