lunedì 28 gennaio 2013

Spagna, vendesi ospedali


L'inferno dell'austerity varca confini sempre nuovi. Sull'altare del ripagamento del debito pubblico a tappe forzate può arrivare a essere immolato perfino il servizio sanitario nazionale. In Italia questo punto di non ritorno è stato solamente evocato dalle parole del premier Monti di un mese e mezzo fa. In Spagna invece la privatizzazione degli ospedali è già realtà.

Lo scorso dicembre l'assemblea legislativa della provincia di Madrid ha sancito la messa in vendita di 6 dei 21 ospedali della capitale iberica: una scelta necessaria, sottolineano i promotori, per abbattere la spesa pubblica e adeguarsi al taglio dei trasferimenti dallo stato centrale alle province (che in Spagna recitano il ruolo delle nostre regioni in qualità di enti gestori del servizio sanitario nazionale).
L'approvazione della legge ha scatenato in questo mese di gennaio un'ondata di proteste. La cosiddetta "marea bianca", chiamata così per via del colore dei camici dei manifestanti, è scesa in piazza a ripetizione, calamitando il sostegno di centinaia di migliaia di cittadini spagnoli. Le persone di Madrid sono consapevoli che questi primi sei ospedali messi in vendita rappresentano una sorta di linea del Piave, che una volta scardinata potrebbe dare il la ad analoghe operazioni di apertura al privato in innumerevoli altri presidi ospedalieri. Per questo la trincea scavata dai lavoratori della sanità spagnola è stata molto profonda: la protesta più eclatante è stata compiuta da 322 dirigenti sanitari madrileni che sono usciti allo scoperto anticipando le loro dimissioni in caso di applicazione della legge "svendi-ospedali".

Nessun commento:

Posta un commento

(si prega la sintesi)