domenica 29 gennaio 2012

La rivolta di Arezzo

                                

A sette mesi dai referendum sembra che per i gestori del servizio idrico nulla sia cambiato. Ovvero, le nostre bollette dell'acqua continuano a contenere la quota destinata a remunerare il capitale dei soci, in barba all'obbligo di cessazione di tale pratica imposta dalla vittoria dei SI. Ad Arezzo però, dove la maggioranza della società idrica locale è in mano a una multinazionale francese e dove (guarda caso) le bollette dell'acqua sono fra le più alte d'Italia, i cittadini non si sono dati per vinti. E una nuova battaglia di civiltà è cominciata.

 
Di fronte al gattopardismo dell'ex municipalizzata Nuove Acque, mille famiglie aretine hanno risposto lanciando la campagna di "obbedienza civile": continuano a pagare la tariffa idrica, ma ricompilando a mano il bollettino postale e scalando dalla tariffa richiesta la percentuale del bilancio previsionale 2012 di Nuove Acque tuttora destinata alla remunerazione dei soci. Tale percentuale si aggira intorno al 13%: così di egual misura è lo sconto che le famiglie di Arezzo aderenti alla campagna hanno deciso unilateralmente di calcolare sulla propria bolletta originaria, da ora in avanti. Gli organizzatori ci tengono a caratterizzare la loro azione nel campo dell'obbedienza civile, anziché della disobbedienza. Ad essere dalla parte della illegalità infatti sono le società idriche, che continuano ad infischiarsene dell'esito dei referendum.
Un mese fa i mille cittadini promotori della campagna si sono presentati all'ufficio di relazione al pubblico della società Nuove Acque, consegnando una dichiarazione collettiva con tanto di nomi e cognomi. Un atto formale con un evidente messaggio implicito: noi non ci nascondiamo, la nostra protesta è alla luce del sole e dalla parte del diritto, quindi ve lo diciamo in anticipo. A questo punto i cittadini sono potuti passare dal dire al fare. E lo sconto unilaterale del 13% sulle bollette è cominciato. Il presidente dell'ex municipalizzata aretina minaccia di chiudere i rubinetti nelle case dei rivoltosi, mentre la campagna di "Obbedienza civile" prosegue a raccogliere adesioni, garantendo tutela legale tramite eventuale class action a tutti i rivoltosi che aderiranno all'iniziativa sotto l'ombrello del comitato acqua pubblica di Arezzo.
L'iniziativa ha avuto un immediato risalto da parte dei media nazionali, innescando iniziative gemelle in numerose altre città italiane. Così quasi tutti gli ex comitati referendari si sono rimessi al lavoro, studiando i bilanci previsionali 2012 delle rispettive società idriche, e applicando alle bollette l'esatta percentuale di sconto corrispondente al profitto degli azionisti. La controffensiva delle società sarà tanto più complicata quanto più capillare sarà l'adesione alla campagna. Quindi, ancora una volta, l'esito del braccio di ferro dipende da noi. Per chi fosse interessato a darsi da fare, in questa pagina trovate i link ai recapiti mail e telefonici dei comitati acqua pubblica delle province toscane.   


Per saperne di più: il servizio che La7 ha dedicato alla battaglia di Arezzo (link)

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