mercoledì 5 dicembre 2012

La giungla dei promotori finanziari


In Italia sono circa 207mila. Macinano chilometri in solitario per piazzare prodotti bancari e assicurativi. Non hanno un contratto nazionale che li tuteli. In maggioranza sono finte partite Iva, con un unico committente eppure senza stipendio uniforme, senza maternità, senza malattia, licenziabili su due piedi. Si chiamano promotori finanziari, e della loro dura battaglia per la dignità lavorativa si è occupato l'Avvenire di oggi con una bella inchiesta di Paola Simonetti.

 L'articolo racconta la vita travagliata di Emanuela Mercurio, promotrice finanziaria romana e madre di un bambino affetto da una grave malattia: per lei non c'è nessuna legge che le consenta un congedo parentale; impegnata com'è a girare come una trottola per incontrare i clienti a decine di chilometri da casa, Emanuela è stata costretta ad affidarsi alla tata o a fare affidamento sul buon cuore dei vicini di casa. "Assentarsi dal lavoro anche per un breve periodo significa perdere i clienti e il lavoro di anni. Non abbiamo tutele, per noi la banca o l'assicurazione non ha il sostituto pronto. Così questa professione ci tiene in ostaggio".
I sindacati in questo settore faticano a trovare terreno fertile: la nostra Fiba tra l'altro nemmeno è competente su questi lavoratori, avendo la Cisl formato una categoria ad hoc (Federazione lavoratori autonomi, atipici e somministrati). Un raggio di luce che infonde speranza tuttavia esiste e arriva dalla Banca Etica, dove nel maggio scorso è stato sottoscritto un contratto aziendale dedicato ai promotori finanziari. Banca Etica li chiama "banchieri ambulanti", e da sempre hanno rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'istituto padovano, che grazie alla loro facilità di movimento ha potuto rendere capillare l'operato della banca a dispetto del numero relativamente basso di filiali sparse per l'Italia. L'accordo sui promotori finanziari siglato da azienda e sindacati stabilisce una parte fissa di retribuzione che ammonta a 27.500 euro annui, plafond che può aumentare a seconda del livello professionale. Sono inoltre riconosciuti gli oneri di mobilità per una percorrenza di 10mila chilometri all'anno; vengono tutelati i casi di malattia, maternità, infortunio e viene addirittura erogata una indennità di fine mandato. Silenti invece sono rimaste tutte le altre banche, dalle quali manca per ora un riscontro sulla volontà di acquisire il "modello Banca Etica" nella gestione dei loro promotori finanziari. 

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