
A sette mesi dai referendum sembra che per i gestori del servizio idrico nulla sia cambiato. Ovvero, le nostre bollette dell'acqua continuano a contenere la quota destinata a remunerare il capitale dei soci, in barba all'obbligo di cessazione di tale pratica imposta dalla vittoria dei SI. Ad Arezzo però, dove la maggioranza della società idrica locale è in mano a una multinazionale francese e dove (guarda caso) le bollette dell'acqua sono fra le più alte d'Italia, i cittadini non si sono dati per vinti. E una nuova battaglia di civiltà è cominciata.